Infermiere di famiglia, Cristina Guarda a Lanzarin: “In Veneto nessun primato”

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Nursing Up, sindacato di infermieri e operatori sanitari
Nursing Up, sindacato di infermieri e operatori sanitari

“Con una certa ansia da fotofinish, l’assessora alla salute del Veneto annuncia, da un inesistente podio, che il Veneto è la prima regione a introdurre la figura dell’infermiere di famiglia”, afferma Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa Verde, che osserva in merito:

“Salutiamo con favore questa assoluta novità nell’ambito della sanità veneta, ma al contempo non possiamo che riportare l’assessore alla realtà dei fatti, e cioè che il Veneto non detiene alcun record, nessun primato, se non quello della propaganda funzionale a nascondere sotto la melassa di inesistenti traguardi la dissoluzione del sistema sanitario regionale.

Altre regioni, tra cui Toscana, Piemonte, Campania, hanno introdotto e anticipato il Veneto nella disciplina dell’infermiere di famiglia.

Nel frattempo, i cittadini faticano a ottenere le prestazioni minime da parte del nostro servizio sanitario”.

La nota della Regione

La Giunta regionale del Veneto ha dato via libera all’istituzione della figura sanitaria dell’infermiere di famiglia. L’esecutivo riunitosi oggi, ha avallato la proposta dell’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin. “Il Veneto – recita una nota della Giunta – è quindi da oggi la prima regione in Italia a dotarsi di questa nuova risorsa professionale”.

L’insieme delle competenze avanzate che connoterà l’infermiere di famiglia, comporta la possibilità che abbia una funzione di referente esperto/team leader per gruppi di infermieri, indirizzando e favorendo l’approccio alla salute e la presa in cura dei casi complessi.

Contemplata inoltre la possibilità di valorizzazione delle competenze nell’ambito degli incarichi a funzione previsti nel contratto nazionale collettivo di lavoro, perché gli incarichi di funzione professionale sono caratterizzati da attività con rilevanti contenuti professionali e specialistici, anche di tipo clinico-assistenziali, diagnostici, riabilitativi, di prevenzione, con funzioni di processo e responsabilità di risultato.

L’attività dell’infermiere di famiglia in Veneto si rivolgerà alla presa in carico delle cronicità, a pazienti che non aderiscono ai trattamenti, che sono incapaci di autocurarsi, fragili, con età pari o superiore a 65 anni.

Prevista la formazione: inizierà con circa cento infermieri con incarico di funzione organizzativa e dirigenti delle professioni sanitarie, con altri 115 infermieri referenti per la formazione sul campo, con 1.800 infermieri del territorio.

“In questa decisione – dice la Lanzarin – ci sono elementi di grande rilievo e innovazione: l’Ifoc, Infermiere di famiglia o comunità, avrà un ruolo prezioso per la gestione dei bisogni di assistenza legati alla cronicità e alla fragilità e si rivolgerà a persone non eleggibili all’Assistenza Domiciliare Integrata o alla gestione in strutture intermedie-residenziali, o setting specialistici o per acuti in Veneto. Una piccola rivoluzione con cui vogliamo portare l’assistenza infermieristica vicino al cittadino e rafforzare le professionalità del settore infermieristico”.