
(Adnkronos) – "Il nostro centro segue all'incirca 2.300 pazienti che vivono con l'infezione da Hiv. Di questi, 150 sono attualmente in terapia long-acting. Il numero è aumentato negli ultimi tempi perché ci siamo organizzati per offrire questa possibilità a più pazienti possibili. Devono però essere accuratamente selezionati per poter ricevere queste terapie ed essere seguiti con attenzione durante il loro percorso senza trascurare tutte le comorbidità e le problematiche che questi pazienti hanno. Non si tratta solo di un problema di semplificazione della terapia, è un discorso molto più complesso che rende necessario costruire e adattare i percorsi gestionali". Così Carlo Torti, direttore Uoc Malattie infettive, Fondazione policlinico universitario A. Gemelli Irccs di Roma, in occasione dell'evento istituzionale 'Hiv Call 2025-2026 – Regione Lazio: nuove opportunità di gestione e prevenzione, per l'emergenza sanitaria silente. Quali politiche a livello locale?', che si è svolto oggi a Roma. "Il Policlinico Gemelli è stato molto sensibile a questa esigenza – prosegue Torti – Recentemente è stato approvato un percorso clinico assistenziale per queste persone che vivono con Hiv, allo scopo di selezionarle e seguirle accuratamente anche relazionandosi con specialisti di altre discipline. Oltre a ristrutturare i percorsi, è necessario aumentare le risorse di personale – sottolinea l'esperto – In quest'ottica è stata resa disponibile una persona con funzioni manageriali che faccia da riferimento per la cura di questi pazienti. Si tratta di un infermiere, non di un medico. In futuro queste risorse dovranno essere adattate ai numeri crescenti di pazienti. La strada consiste nel capire quali sono le esigenze dei pazienti, ma anche di quali risorse abbiamo bisogno per poter svolgere tutto nel miglior modo possibile". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)