Infezioni da West Nile e donazioni di sangue, la Regione Veneto rassicura: monitoraggio costante per tutta l’estate

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In rete pazienti e donatori di tutte le ulss venete, si parte da vicenza west nile

West Nile e sangue donato, si può stare tranquilli? Stagione estiva complicata in tutta Italia per le arbovirosi, autoctone o di provenienza straniera, che colpiscono un po’ in tutto il territorio; tra le preoccupazioni dei cittadini anche quelle relativa alle trasfusioni di sangue: come essere sicuri che i donatori non siano stati punti da vettori di qualche virus? La Regione Veneto, riguardo alcuni casi di infezione da virus West Nile rilevati in Italia, ha diffuso un comunicato per fare il punto della situazione.

L’attività di sorveglianza entomologica, regolarmente svolta dal Servizio Zooprofilattico della Regione del Veneto, ha tempestivamente rilevato la presenza del virus in alcuni vettori (zanzare) e per questo già da oltre un mese – esattamente dal 24 giugno scorso – è stato allertato il Coordinamento Regionale per le Attività Trasfusionali (CRTAT), il quale ha provveduto a trasmettere comunicazione ufficiale a tutti i Dipartimenti Trasfusionali del Veneto. A partire dal 25 giugno è dunque stato attivato in tutti i Dipartimenti, lo screening mediante test NAT (Nucleic Acid Amplification Test) per la ricerca del virus West Nile in tutte le unità di sangue raccolte attraverso donazione. Tale misura preventiva resterà attiva per tutta la durata della stagione estiva, in concomitanza con la presenza dei vettori responsabili della trasmissione del virus.

Parallelamente, il Centro Nazionale Sangue prosegue nel monitoraggio dei casi positivi rilevati a livello nazionale, fornendo tempestive comunicazioni ai Coordinamenti Regionali, nonché raccomandazioni e misure precauzionali da adottare nei territori interessati.

Questo sistema di sorveglianza attiva regionale – conclude il comunicato della Regione – ha dimostrato efficacia nel contenere l’impatto dell’infezione da West Nile, consentendo di mantenere stabile il livello di raccolta delle donazioni di sangue e di garantire, anche in questo contesto, l’autosufficienza regionale in termini di disponibilità di emocomponenti.