
Vicenza si prepara a ospitare la prima edizione dell’Italia America Friendship Festival, evento pensato per celebrare i 70 anni di presenza statunitense in città e i legami culturali tra i due Paesi. Ma mentre il calendario degli appuntamenti comincia a prendere forma, il dibattito pubblico si infiamma: tra eventi culturali e richieste di annullamento, si confrontano visioni profondamente diverse della storia e del futuro di Vicenza.
Il primo appuntamento del ciclo “Verso il Festival” è previsto per venerdì 4 luglio a Palazzo Chiericati, con la conferenza-spettacolo “Independence Day. Pirati, ribelli, partigiani. Da Star Wars al Risorgimento”, ideata da Mondoserie.it. Jacopo Bulgarini d’Elci, Timoteo Frammartino e Livio Pacella condurranno il pubblico in un viaggio attraverso fumetti, cinema e tv – da Hollywood al nostro cinema resistenziale – per raccontare il tema universale della lotta per la libertà. In programma anche altri incontri, come la presentazione del libro “Terra Promessa” di Giorgio Trivelli, il 15 luglio.
Ma proprio l’impostazione generale del Festival, che intende “celebrare l’amicizia tra Italia e Stati Uniti”, ha suscitato un’ondata di critiche da parte di una vasta rete di associazioni pacifiste, culturali e ambientaliste, tra cui ANPI, CGIL, Legambiente, Fornaci Rosse, Cristiani per la Pace, Arci Cosmos, Non Dalla Guerra e molte altre. In un lungo e articolato appello, gli oppositori accusano l’evento di riscrivere la storia vicentina ignorando il conflitto con la base militare Dal Molin, la resistenza civile contro l’imposizione della presenza USA e l’eredità antimilitarista della città.
«Il festival vuole legittimare una presenza militare imposta e mai integrata – si legge nell’appello – e arriva in un momento in cui gli USA sono coinvolti in guerre e crisi internazionali che non possiamo ignorare». Si contesta anche il coinvolgimento di realtà culturali e istituzioni locali, invitate a “ripensare il proprio sostegno”. Se non ritirato, promettono gli organizzatori della protesta, il festival sarà ostacolato «con tutte le forme possibili di mobilitazione civile».
Dal fronte opposto, Fratelli d’Italia Vicenza prende posizione con forza contro ANPI e le associazioni firmatarie. Il presidente cittadino Alessandro Benigno parla di «attacco ideologico e fuori dalla realtà», ricordando che «gli Stati Uniti sono un alleato strategico e un partner economico e culturale fondamentale». Il dirigente Nicolò Aldighieri denuncia «un atteggiamento ostile che colpisce una comunità americana integrata e presente nella vita cittadina» e si appella al sindaco Possamai affinché «prenda le distanze da chi alimenta tensioni inutili».
Nel mezzo, l’Amministrazione comunale si trova a gestire un evento dal profilo culturale ambizioso, ma anche dal significato politico delicato, che riapre vecchie ferite e polarizza il dibattito.
L’Italia–America Friendship Festival si presenta dunque come molto più di un semplice calendario di eventi: è oggi una cartina al tornasole delle divisioni profonde che attraversano Vicenza, tra chi vede nella presenza USA un’opportunità e chi continua a considerarla una ferita aperta. E nella città che ha ospitato una delle più tenaci battaglie civili contro le basi militari, la discussione è tutt’altro che chiusa.