Il sindaco di Kabul vieta di tornare al lavoro alle sue impiegate a parte quelle che devono… pulire i bagni delle donne

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Donne in Afghanistan
Donne in Afghanistan

(Fonte The Vision) Domenica il nuovo sindaco di Kabul, Hamdullah Nomany, ha dichiarato che le impiegate del municipio dovranno “smettere di lavorare per un po’ di tempo”, a eccezione di quelle mansioni che non possono essere svolte da un uomo, come “pulire i bagni delle donne”, citando il sindaco. Questo significa che da questa settimana un terzo dei circa 3mila dipendenti del Comune di Kabul dovranno restare a casa, anche se per il momento dovrebbero continuare a ricevere lo stipendio.

Quello che è appena successo a Kabul accade da settimane in tutto l’Afghanistan, mano a mano che i diversi distretti del Paese passavano sotto il controllo dei Talebani. Nonostante la moderazione proclamata a favore di telecamere, infatti, i nuovi padroni dell’Afghanistan stanno replicando il modello di governo e di società che hanno già imposto al Paese tra il 1996 e il 2001. Sempre durante il fine settimana il governo talebano ha deciso di chiudere il ministero degli Affari femminili, addetto tra le altre cose alla tutela dei diritti delle donne, per sostituirlo con il dicastero per la “Diffusione della virtù e la Prevenzione del vizio”. Sabato e domenica sono riprese anche le scuole secondarie in tutto l’Afghanistan, ma nelle aule sono tornati solo gli studenti e gli insegnanti di sesso maschile. Le donne dovranno aspettare che la “situazione torni alla normalità”, qualunque cosa intenda il governo dei Talebani con questa frase.