
VERONA (ITALPRESS) – Le storiche Miniere del Fursil, simbolo della tradizione mineraria delle Dolomiti, si preparano a un nuovo capitolo della loro lunga storia, grazie a un percorso in Realtà Aumentata realizzato in collaborazione con ARtGlass/Capitale Cultura Group, che permetterà ai visitatori di vivere un’esperienza coinvolgente tra storia, tecnologia e leggenda.
Il progetto di valutazione e valorizzazione turistica sovracomunale – in cui rientra anche l’iniziativa intitolata “La Realtà Aumentata alle Miniere del Fursil – Multimedialità, innovazione turistica e comunicazione”- realizzato con il contributo della DMO Dolomiti, le risorse della Regione Veneto e i fondi dei Comuni di Confine, viene presentato ufficialmente da David Raccanello, consulente presso Kohl & Partner, oggi (14 novembre) alle 20, nella sala conferenze del Centro Visite delle Miniere del Fursil.
“Si tratta di un progetto che prevede una pianificazione integrata, articolata nello sviluppo di una soluzione di comunicazione digitale in Realtà Aumentata unica nel suo genere, nella creazione di nuove esperienze multimediali interne ed esterne al complesso minerario e in una strategia di marketing integrato – ha dichiarato l’Assessore al Turismo di Colle Santa Lucia, Maurizio Troi. – Non solo: l’iniziativa di valorizzazione del sito minerario e del centro visite del Fursil rientra nel più ampio programma di valorizzazione e promozione turistica sovracomunale, volto alla creazione di un nuovo prodotto turistico che unisce il Castello di Andraz (Comune di Livinallongo) alle Miniere del Fursil, passando per l’antica Strada della Vena, tratto principale della Via del Ferro, che un tempo interessava un percorso più ampio. Infatti, il processo economico e produttivo che ha contribuito alla crescita delle comunità locali partiva da Colle Santa Lucia per svilupparsi nelle valli vicine e raggiungere Bressanone e Venezia”.
Il percorso di valorizzazione delle Miniere, che ha seguito un lungo percorso di interventi e investimenti articolato in diverse fasi – dai primi sondaggi e scavi per la riscoperta del sito, al recupero della Galleria Breda, fino alla realizzazione del Centro Visite e alla messa in sicurezza dei percorsi interni – proseguirà anche nel 2026, con il completamento di ulteriori azioni strategiche. È infatti previsto l’allestimento definitivo del Centro Visite, che verrà arricchito con nuovi contenuti multimediali e interattivi, l’edificazione di una torretta esterna con passerella sopraelevata – futuro punto panoramico – e la messa in sicurezza di un secondo tratto di galleria, che consentirà di ampliare il percorso di visita interna. Queste azioni segneranno la conclusione del piano di recupero e innovazione del sito, preparando alla prossima apertura ufficiale al pubblico.
“Le Miniere del Fursil sono un patrimonio identitario di straordinario valore, strettamente legato alla storia delle valli ladine e delle tradizioni di Colle Santa Lucia – spiega il ceo di Capitale Cultura Group e ARtGlass Antonio Scuderi – Grazie alla Realtà Aumentata, abbiamo l’opportunità di contribuire a quest’importante progetto di valorizzazione territoriale, rafforzando la memoria collettiva proprio alle soglie del possibile ingresso delle leggende ladine nella lista del Patrimonio Mondiale Immateriale UNESCO, attualmente in fase di candidatura. Con il progetto Fursil portiamo per la prima volta in un sito minerario e nelle Dolomiti una tecnologia già sperimentata in molti dei principali musei e siti culturali internazionali, per interpretare in maniera inedita una delle più iconiche leggende dolomitiche tramandate dallo scrittore e antropologo austriaco Karl Felix Wolff, offrendo ai visitatori, locali, nazionali e internazionali, un’esperienza immersiva unica nel suo genere”.
La piattaforma sviluppata da ARtGlass (Gruppo Capitale Cultura) rappresenta oggi la soluzione più avanzata e diffusa a livello internazionale per l’applicazione della Realtà Aumentata ai beni culturali. Grazie alla sinergia tra il software brevettato e i dispositivi smartglass Epson Moverio, i contenuti digitali – testi, audio, video, ricostruzioni 3D – si sovrappongono alla realtà visiva, trasformando la visita in un “navigatore culturale” immersivo e coinvolgente. La qualità dell’immagine in alta definizione, la leggerezza e la facilità d’uso degli smartglass, la fruizione in tre lingue (italiano, inglese e tedesco) garantiscono un’esperienza emozionante e accessibile a un pubblico internazionale eterogeneo.
“Durante la visita guidata all’interno delle Miniere, sarà proprio grazie agli occhiali smart che i visitatori potranno vivere una narrazione interattiva, seduti all’interno dei carrelli anticamente funzionali al trasporto del materiale minerario – spiega Michela Pasqualini, project manager di ARtGlass, che ha sedi a Monza, Verona e Richmond VA, negli USA e all’attivo oltre 150 progetti in siti culturali – Grazie a ricostruzioni 3D e personaggi disegnati e animati col supporto dell’Intelligenza Artificiale, sarà possibile intraprende un viaggio immersivo nella leggenda della Delibana, la fanciulla dal canto magico condannata a vivere sette anni nel buio della montagna. Tra incontri con i Nani del Ferro, incantesimi e antichi segreti, l’esperienza conduce alla sua liberazione, simbolo di rinascita e riconciliazione tra uomo e natura. Così, in chiave divertente ed educativa, saranno avatar in Realtà Aumentata, animazioni 3D, ricostruzioni storiche e ambientazioni a 360° a dare nuova vita alla storia millenaria del Fursil, proiettando nel futuro il patrimonio di leggende che hanno ispirato finanche i Fratelli Grimm per il racconto di Biancaneve”.
A Colle Santa Lucia, alle pendici del Monte Pore, si nascondono le antiche Miniere del Fursil, uno dei più affascinanti giacimenti minerari storici delle Dolomiti. Note fin dal Medioevo, le miniere furono per secoli al centro di un’intensa attività estrattiva che rese celebre l’area di Colle Santa Lucia per la qualità del suo minerale: una siderite manganesifera particolarmente pregiata, capace di produrre un ferro resistente e flessibile, ideale per la realizzazione di armi e lame. Secondo le fonti storiografiche dell’epoca, il possesso di un’arma forgiata in questo materiale era per i nobili un vanto e un’affermazione di potere. In epoca rinascimentale, tra il XVI e il XVII secolo, il “ferro del Fursil” raggiunse il suo massimo splendore, alimentando i forni fusori e le fucine lungo il percorso della Via del Ferro, in area cadorina e tirolese. La posizione di confine tra il Principato vescovile di Bressanone e la Repubblica di Venezia fece di quest’area un crocevia strategico, non solo economico ma anche politico e militare, protetto dal vicino Castello di Andraz, che fungeva da centro di controllo del territorio. Il declino delle attività iniziò a metà del Settecento, con la chiusura definitiva delle Miniere del Fursil per questioni economiche legate alla gestione del processo produttivo del minerale. Oggi, grazie a un importante lavoro di recupero e valorizzazione, è possibile visitare parte dei cunicoli originali, come la miniera dei Vauz, e riscoprire una pagina di storia che unisce ingegno umano, fatica e mito. Non a caso, la tradizione locale vuole che proprio queste gallerie abbiano ispirato la celebre leggenda di Biancaneve e i Sette Nani, nati, secondo alcuni studiosi, tra le ombre e le luci delle miniere dolomitiche.
– Foto Ufficio stampa Capitale Cultura Group –
(ITALPRESS).




























