Lavoro delle donne, Il Sole 24 Ore: “Occupate a quota 10 milioni ma l’Italia è divisa in due”. Veneto sul podio

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Il Veneto è sul podio nella classifica degli incrementi in Italia di assunzione al lavoro delle donne nell’anno 2023. Come riporta Il Sole 24 Ore, in un articolo di Valentina Melis sui dati colo segno positivo dell’occupazione femminile nel Belpaese, “a fare passi avanti più consistenti, per numero di donne occupate – fa notare Chiara Tronchin, ricercatrice della Fondazione Leone Moressa – sono stati l’Abruzzo (+8,8%), la Sicilia (+6,6%), la Puglia (+5,9%), il Veneto (+5,5%)“.

Vengono quindi analizzati i dati Istat del 2023, per i quali il lavoro delle donne in Italia cresce, lentamente magari, le occupate hanno raggiunto quota dieci milioni, ma ci sono ancora forti disparità territoriali fra il Nord e il Sud del Paese.

Le Regioni del Centro e del Nord si piazzano tutte al di sopra del tasso medio italiano di occupazione femminile (51,1% nel 2022, 53% a gennaio 2023). Il Trentino-Alto Adige ha un tasso di occupazione femminile del 66,2%, il più alto in Italia e in linea con la media Ue (65%).

Dall’altro capo della penisola, in Campania, Calabria e Sicilia, il tasso di occupazione femminile precipita intorno al 30%, ovvero lavora una donna su tre. Almeno stando alle statistiche ufficiali. In queste Regioni anche il tasso di occupazione maschile è sensibilmente inferiore rispetto alle Regioni del Nord, data la maggiore incidenza della disoccupazione in generale. Per avere un’idea del divario complessivo, si può considerare che nelle Province di Messina, Napoli e Caltanissetta il tasso di disoccupazione della popolazione fra 15 e 64 anni è sopra il 20%, cioè quasi il triplo del tasso di disoccupazione nazionale”.

Non solo, le disparità si registrano anche a livello europeo: “Nonostante questi progressi – nota l’Istituto di statistica – il divario con la media Ue a 27, dove l’incidenza delle donne occupate sul totale dei lavoratori è del 46,3%, rimane ampio. L’Italia resta, insieme a Malta e Grecia, uno dei Paesi europei con la più bassa componente femminile nell’occupazione”.

Fonte: Il Sole 24 Ore