

Calano gli occupati, crescono del 40% le ore di cassa integrazione e si allarga il divario tra chi ha un lavoro stabile e chi vive di precarietà; il mercato del lavoro in Veneto mostra segnali di indebolimento e a pagare il conto più alto di questa situazione sono come sempre le donne e i lavoratori più fragili. È questo, spiega Vanessa Camani, capogruppo del Pd in Consiglio Regionale del Veneto, il quadro che risulta dal Rendiconto sociale Inps del 2024: una situazione preoccupante che deve essere affrontata. «Il Veneto sta cambiando – spiega – ma lo fa nella direzione sbagliata. Crescono i contratti a termine, il part-time involontario e il lavoro povero. Diminuisce la partecipazione femminile al mercato del lavoro e restano invariate le differenze retributive e pensionistiche tra uomini e donne. Tutti segnali di una fragilità strutturale che la Regione continua a sottovalutare».
Proprio per contrastare queste disuguaglianze il Consiglio regionale, nel 2022, ha approvato – su iniziativa di Camani – la Legge regionale n. 3/2022 “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità”. «Quella legge – sottolinea la capogruppo Pd – è stata un passo importante, ma è evidentemente solo il primo passo di un percorso sul quale la Regione deve impegnarsi seriamente. Servono misure concrete, incentivi per l’occupazione stabile e di qualità, strumenti per sostenere la condivisione tra genitori e per contrastare la precarietà. Parlare di crescita non basta, se non è una crescita equa».
In conclusione, la Regione deve tornare a investire sulle persone reali e non solo sui numeri: “La parità nel lavoro, la qualità dell’occupazione e la sicurezza dei redditi – conclude Camani – sono la vera misura del benessere di un territorio”.









































