Pubblichiamo l’intervento in video, con la relativa trascrizione del testo, dell’avv. Pierantonio Zanettin, deputato vicentino di Forza Italia e decano dei parlamentari del territorio, che affronta in maniera fortemente critica vari passaggi della legge di bilancio 2019, che al suo interno comprende gli indennizzi per un miliardo e mezzo riservati ai soci azzerati di Banca Popolare di Vicenza, di Veneto Banca e degli altri istituti messi in Lca/risolti interessati al rivoluzionario provvedimento. Il deputato sottolinea in particolare anche alcuni punti della manovra di interesse del mondo, variegato, dei suoi colleghi legali sottolineando anche l’apporto dato, scrive lui “in primis”, da VicenzaPiù per inserire una norma “taglia costi legali” per gli Indennizzi per soci BPVi e Veneto Banca.
Approfittiamo dell’occasione per ringraziare l’on. Zanettin non solo per aver ricordato una parte del nostro lavoro, non solo di informazione ma anche di proposta, a supporto dei soci delle banche ma, soprattutto, per il supporto dato al nostro appello con un emendamento e con un ordine del giorno da lui presentati nel primo passaggio alla Camera della manovra che, pur se formalmente bocciati, hanno condotto al loro recepimento, anche se da lui reputato parzialmente efficace, nella stesura attuale delle norme per ottenere gli indennizzi e per azzerare/contenere le spese legali dei cosiddetti “patti di quota lite“.
Ecco il testo dell’intervento del deputato vicentino che lo ha chiuso evocando i timori su possibili obiezioni delle autorità europee alla formulazione delle norme sugli indennizzi per soci BPVi e Veneto Banca, oltre che per le altre banche per come sono formulate, ed esplicitando i dubbi di parte dei risparmiatori che vedono in certi passaggi discutibili del provvedimento una sorta di tranello, in tal caso infame, predisposto per distruggere il risultato conseguito dopo anni di lotte e pressing, tra mille incroci di interessi…
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l’onorevole Zanettin. Ne ha facoltà.
PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente, per la parola. Onorevole Ministro, onorevoli sottosegretari, onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, mai come in questa occasione il Parlamento, come istituzione dell’Italia democratica, è stato mortificato e vilipeso. La manovra è stata approvata al Senato senza che sia stato possibile nemmeno esaminarla in Commissione, votata a scatola chiusa con la fiducia e ciò si ripeterà in questa Camera dei deputati. Un vulnus costituzionale senza precedenti.
Il Premier Conte, come al solito, ha scaricato la responsabilità sull’Unione europea e sui tempi richiesti dal negoziato per evitare la procedura di infrazione. Finge di ignorare mesi irresponsabilmente spesi dal Governo gialloverde in gaffe, battute sarcastiche, insulti con i leader europei, dichiarazioni dilettantistiche di Ministri o sottosegretari e presidenti di Commissione, mentre la Borsa crollava, i capitali fuggivano all’estero e lo spread cresceva fino a 335 punti. Ora il Paese raccoglie le macerie di tanta velleitaria iattanza. La patrimonializzazione delle banche è collassata e nel settore si rischiano nuovi default. Dal Senato arriva una manovra confusa e sbagliata che raschia il fondo del barile e che ha avuto l’ardire di raddoppiare l’IRES addirittura al volontariato sociale, che taglia gli investimenti, aumenta la pressione fiscale complessiva ed ipoteca il futuro dei nostri figli con gigantesche clausole di salvaguardia. Avete ereditato un Paese che cresceva magari troppo poco ma che comunque cresceva. Invece, in soli sei mesi lo avete portato sulla soglia della recessione.
La manovra contiene anche il condono per l’omesso versamento dei contributi alle casse di previdenza. Ho presentato un emendamento per escludere da ciò almeno la Cassa di previdenza degli avvocati, emendamento che ovviamente è stato bocciato in Commissione. Ritengo inaccettabile che un avvocato, un professionista abilitato che riveste un preciso ruolo sociale e di rango costituzionale, venga autorizzato da questo Governo a non versare i propri contributi previdenziali. Questa vostra assurda misura costituisce un vulnus gravissimo alla stabilità finanziaria della Cassa previdenziale forense, una delle meglio amministrate che finora non ha registrato difficoltà a mantenere la propria autosufficienza e autonomia finanziaria. Le prime prudenziali stime parlano di circa 200 milioni di mancati incassi.
Il legislatore negli ultimi decenni ha giustamente imposto all’avvocato, a garanzia della qualità della prestazione professionale resa, precisi obblighi in termini di formazione continua, assicurativi per i rischi professionali, in materia di antiriciclaggio e di tutela della privacy. Ora scopriamo che può non pagare i contributi previdenziali e farla franca versandole solo una minima percentuale. Quale garanzia di professionalità può dare un avvocato che non versa i propri contributi previdenziali? Il nostro codice deontologico recita testualmente: “L’avvocato deve esercitare l’attività professionale con indipendenza, lealtà, correttezza, probità, dignità, decoro, diligenza e competenza”. Un avvocato che non versa i propri contributi e poi magari presenta la domanda di condono viola, in un colpo solo, tutti questi doveri. Gli avvocati italiani sono per la stragrande maggioranza dei galantuomini con la schiena diritta, consapevoli del grande onore ma anche del grande onere che rappresenta indossare la toga e la libera professione è e non deve diventare mai un ammortizzatore sociale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Il Senato ha modificato anche il “Fondo salva banche” introducendo il principio per cui l’assistenza alla presentazione della domanda non dà diritto ad alcun compenso professionale. Immagino che la ratio della norma sia ispirata al tentativo di impedire che somme erogate dal Fondo statale finiscano nelle mani di quei pochi studi legali – e mi accingo alle conclusioni, Presidente – che si sono accaparrati anche migliaia di clienti. Il fenomeno è stato denunciato in particolare dai media veneti, VicenzaPiù, in primis, e Il Corriere del Veneto e penso che il relatore Raduzzi lo ricordi. Comprendo, quindi, la ratio che ha ispirato la norma, ma temo che il risultato non sia all’altezza delle intenzioni degli estensori del testo. I patti di quota lite che gravano sui risparmiatori che si sono rivolti a questi studi legali restano infatti efficaci e la norma, invece, rischia di penalizzare ingiustamente gli avvocati normali, seri professionisti che non potranno pretendere un compenso se chiamati ad assistere clienti che presentano istanza di accesso al Fondo.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Zanettin.
PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Un ultimo auspicio. Spero che le norme che regolano il Fondo siano state concordate adeguatamente con l’Unione europea e non possano essere considerate aiuto di Stato. Qualche maliziosa vocina…
PRESIDENTE. Deve concludere però, onorevole. Ha superato abbondantemente il tempo a sua disposizione.
PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Concludo il pensiero. Qualche maliziosa vocina che circola per i corridoi di Montecitorio dice che invece è già pronta la procedura di infrazione che inevitabilmente sterilizzerebbe il Fondo. Dio non voglia che finisca così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).