
Il 12 settembre Leonard Peltier festeggerà il suo 81° compleanno a casa sua, per la prima volta dopo 50 anni.
Leonard Peltier lo sconosciuto ai più (ma non ai lettori di ViPiu.it: clicca qui per la sua storia, ndr). Il nativo americano rinchiuso per oltre 49 anni in prigioni di massima sicurezza statunitensi dopo una condanna a due ergastoli per un crimine del quale si è sempre dichiarato innocente. La giustizia statunitense, la “più grande democrazia” del mondo, lo ha condannato con prove risultate false e con testimonianza estorte in un processo che doveva promulgare una sentenza esemplare contro un attivista che lottava e ha sempre lottato per i diritti negati al suo popolo.
La sua storia evidenzia una “democrazia” debole se non inesistente che giudica le persone in base alla loro etnia e alle loro convinzioni politiche.
Leonard Peltier doveva essere ridotto al silenzio e il suo cervello doveva cessare di pensare liberamente. Era un sovversivo non perché violento ma perché contro un sistema che opprimeva il suo popolo. Per questo, per il fatto di essere un indiano d’America, Leonard doveva essere condannato.
Adesso proviamo a immaginare quasi 50 anni in carcere, proviamo a pensare se saremmo potuti sopravvivere. Se avremmo mantenuto la nostra dignità e se saremmo stati capaci di rimanere Persone.
Il sistema voleva fiaccarlo, ridurlo al silenzio, renderlo suo schiavo. Il sistema ha fallito perché, semplicemente, Leonard è una persona normale convinta dei suoi ideali e dei principi che non erano solo i suoi personali ma quelli di una collettività. Per questo non ha mai ceduto e ha sempre lottato cosciente che la lotta non era solo per la sua libertà ma per quella di tutto il suo popolo.
Da circa sei mesi Leonard è tornato a casa perché Joe Biden, ancora per qualche minuto presidente di quegli USA che lo avevano condannato ingiustamente, gli ha concesso gli arresti domiciliari.
Leonard Peltier potrà quindi vivere quello che gli resta a casa sua. E di questo ringrazia tutti quelli che lo hanno sostenuto in tutti questi decenni nell’ingiusta detenzione che un sistema corrotto e razzista gli ha “regalato”.
Leonard Peltier è un eroe vero che non ha scelto né avrebbe mai voluto essere perché non poteva fare altro che combattere per il diritto alla libertà del suo popolo.
Ed è a lui, alla sua lotta, alla sua schiena diritta, alla sua volontà di non arrendersi a quello che i carnefici volevano imporgli, al suo esempio di integrità che tutti noi dobbiamo molto.
Infine vogliamo riportare alcune frasi tratte dal suo libro “La danza del sole, scritti dalla prigione” che ci ricordano quello che hanno dovuto subire i nativi americani. Racconta Leonard Peltier: “Per mettere in atto la sua politica disumana, il governo federale alla fine degli anni cinquanta tagliò completamente la già miserabile fornitura di cibo e di prodotti primari, quel patetico “pagamento” che ci avevano promesso nei trattati per ricompensarci del vasto continente sacro che ci avevano rubato. La fame era l’unica cosa che avevamo in abbondanza. Oh sì! Ce n’era tanta, per tutti. Le madri sconvolte che portavano i loro piccoli in ospedale col ventre gonfio a dismisura si sentivano rispondere dalle infermiere sorridenti che i bambini avevano solo “un po’ di gas”. Nella riserva una bambina nostra vicina morì di denutrizione. Questo è letteralmente “porre termine”, secondo me”.
Ebbene, è la stessa ferocia che il governo sionista israeliano, nel silenzio del suo storico alleato statunitense, scatena contro il popolo palestinese. Lo stesso brutale genocidio contro il quale persone integre come Leonard Peltier ci hanno insegnato a dover lottare.