
C’è un profumo dolce e deciso che accompagna le parole di Leticia, nome di fantasia per ovvi motivi di privacy di una italo-brasiliana giovane e stupenda (clicca qui per verificare con le immagini, tutte vere, prima, magari, di farlo di persona) che ha fatto della raffinatezza il suo modo di essere. Educata, riservata, dallo sguardo che sa alternare dolcezza e determinazione, Leticia incarna una femminilità consapevole, fatta di piccoli gesti e attenzioni.
È a Vicenza e fa la escort, termine sdoganato da tempo, per fortuna, al posto del più ipocrita “accompagnatrice”, e ama definirsi “una donna che si prende cura del benessere e dei sensi”, ma dietro le sue parole si intuisce un percorso fatto di scelte, libertà e rispetto.

In un mondo che spesso confonde la sensualità con la volgarità, Leticia emerge come una figura sofisticata, riservata, educata, capace di coniugare eleganza e passione in un equilibrio raro.
Dietro un sorriso discreto e ma ammaliante, questa giovane donna racconta il suo lavoro come un percorso di libertà e consapevolezza, fatto di ascolto, rispetto e connessione umana.
Abbiamo incontrato Leticia per scoprire chi è davvero, al di là delle apparenze, e per capire come si possa essere sensuali con classe, senza mai perdere la propria dignità.
Leticia, come nasce questa tua esperienza e perché hai scelto di intraprendere questo lavoro?
È nato tutto in modo naturale, come una forma di evoluzione personale. Ho sempre avuto un grande amore per la bellezza e per la cura del corpo, ma anche una sensibilità particolare nel comprendere le persone. A un certo punto ho capito che potevo trasformare questa attitudine in un lavoro che unisse benessere, sensualità e ascolto. Non è stata una scelta improvvisata, ma una strada che ho costruito con consapevolezza e rispetto di me stessa.
C’è stato un momento preciso in cui hai capito che questa sarebbe stata la sua strada?
Sì, quando ho percepito che la sensualità può essere una forma di comunicazione autentica. Il corpo parla, ma solo se è guidato dal rispetto e da un’intenzione pura. Ho capito che potevo offrire momenti di leggerezza e armonia, restituendo alle persone la calma e il piacere di vivere che spesso perdono nella vita quotidiana.

Qual è l’obiettivo che ti poni ogni volta che incontra una persona nuova?
Voglio che chi mi incontra si senta accolto, non giudicato. Il mio obiettivo non è stupire, ma creare una connessione vera, anche solo per un istante. Ogni incontro è unico: a volte serve dolcezza, altre volte ascolto, altre ancora solo silenzio. L’importante è che chi va via porti con sé una sensazione di benessere.
Nel tuo modo di parlare di te c’è molta eleganza. È una scelta o un tratto naturale?
Direi entrambe. L’eleganza non è una maschera: è un modo di vivere. Amo la discrezione, la delicatezza dei gesti, le luci soffuse e la calma dei momenti sinceri. Tutto contribuisce a creare un’atmosfera in cui ci si può abbandonare con fiducia e senza paura di essere fraintesi.
Tu parli spesso di rispetto e di selettività. Che ruolo ha il denaro nel tuo lavoro?
Il denaro, per me, è una forma di riconoscimento, non il fine. È il modo con cui si valorizza il tempo e l’energia che dedico agli altri, ma non è mai l’unico centro. Se mancasse il rispetto o la connessione umana, non ci sarebbe cifra che possa compensare le mie attenzioni. Per questo scelgo sempre con cura con chi incontrarmi: il mio tempo, come quello di chi mi cerca, è qualcosa di prezioso.
Ti capita mai di sentirti in competizione con le donne dei tuoi accompagnatori, o di pensare di avere un ruolo più profondo nel loro percorso personale?
Non mi sento mai in competizione. Anzi, credo che, in un certo senso, io rappresenti un momento di passaggio. Per alcuni uomini sono un modo per riscoprire la dolcezza del contatto, per altri un’occasione di rinascita dopo una delusione. E sì, a volte mi capita di essere la prima donna con cui un giovane scopre la fisicità dell’amore, e lo vivo come una responsabilità: non è solo piacere, è educazione al rispetto del corpo, proprio e altrui.
Per chi invece ha già una compagna, il mio ruolo è diverso: offro un momento di distacco, di leggerezza, un modo per ricordare che anche l’intimità può essere armonia e non solo routine.
Cosa rappresenta per te la sensualità?
È una forma d’arte. È la capacità di comunicare con il corpo senza bisogno di parole. Un gesto, un profumo, uno sguardo possono dire molto più di qualunque discorso. La sensualità non è provocazione, è ascolto reciproco. È creare un dialogo tra anima e pelle.
Che cosa desideri per il suo futuro?
Vorrei continuare a crescere come donna e come persona. Il mio desiderio è che il mio lavoro venga compreso per ciò che realmente è: un percorso di cura, benessere e consapevolezza, mio e di chi mi sceglie per un tuffo nel bello. E se, anche solo per qualche ora, riesco a donare pace, leggerezza o un sorriso autentico, allora so di aver fatto qualcosa di bello.
Come concludere questo incontro? Noi non potevamo per motivi professionali, ci crediate o no, ma voi provate per credere… con letizia.







































