
Amaro epilogo per la vertenza dei lavoratori impiegati nelle basi militari USA Ederle e Del Din a Vicenza: sono 29 gli addetti alla logistica e alla manutenzione colpiti dai licenziamenti della ditta subappaltatrice SkyBridge Tactical Italy srl, una società “italiana” solo di facciata, con rappresentanti legali e committente americani.
La vicenda ha suscitato la “solidarietà piena e rabbia militante” di Rifondazione Comunista – Federazione di Vicenza, che in un duro comunicato attacca l’azienda, le politiche italiane e la presenza militare USA in città.
La denuncia del licenziamento di massa era stata lanciata anche dalla FILT Cgil di Vicenza.
Licenziati senza accordo: l’accusa di CGIL e Rifondazione
Il licenziamento di 29 lavoratori è avvenuto senza pietà e senza l’accordo sindacale al tavolo di conciliazione regionale. La procedura di licenziamento collettivo, avviata dall’azienda, non è stata mediata, trasformando la mobilità in una “roulette russa” per i dipendenti.
La segretaria generale di FILT Cgil Vicenza, Giovanna Manuzzato, aveva puntato il dito contro l’azienda, accusata di aver agito in “totale spregio alle Istituzioni” e approfittando della legislazione italiana, “forti di essere americani in Italia”. L’azienda, scegliendo il mancato accordo, ha optato per l’indennità massima da versare all’INPS (circa 12mila euro a lavoratore), ma di fatto abbandonando al proprio destino gli ex dipendenti. La procedura prevedeva la “cernita” dei lavoratori già a monte, lasciando a casa anche una lavoratrice in categoria protetta.
Rifondazione Comunista: “Lavoratori scaricati come carne da cannone”
Rifondazione Comunista rincara la dose parlando di lavoratori “scaricati come carne da cannone“. Il partito ritiene che la decisione arrogante e vergognosa sia stata “resa possibile da anni di politiche padronali votate da governi di destra e di sinistra, tutti complici nel precarizzare il lavoro, ridurre diritti, abbassare salari”.
Secondo Rifondazione Comunista, questo è il “vero volto dell’’amicizia’ tra Italia e Stati Uniti”: un’amicizia che “calpesta i diritti, sfrutta i lavoratori e ingrassa i padroni locali e d’oltreoceano”.
Il comunicato della segreteria provinciale si scaglia anche contro il recente Festival dell’Amicizia Italia-USA svoltosi a Vicenza, definendolo “solo un’operazione di propaganda militare” che mira a normalizzare la presenza di un esercito straniero. “Ma dietro le bandierine… si palesa la realtà: lavoratori italiani trattati come numeri da cancellare“.
Rifondazione denuncia il “turbocapitalismo di guerra“, un sistema in cui “le persone valgono meno di un appalto” e il lavoro è “una variabile da tagliare nei bilanci aziendali”. Il partito ha concluso il comunicato chiedendo una “mobilitazione vera, popolare, sindacale e politica per difendere il diritto al lavoro e la dignità di chi lavora”, ribadendo con forza: “Vicenza non è una colonia militare. Il lavoro non è una merce. La dignità non si appalta”.