Liceo Fogazzaro, stop ai “Racconti dai territori”: decisione della dirigente accende il confronto politico fra FdI e Giovani Democratici

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Liceo Fogazzaro

La sospensione della parte dell’assemblea dedicata ai “Racconti dai territori”, alias Palestina e Territori controllati da Israele) al Liceo Fogazzaro, decisa dalla dirigente Maria Rosa Puleo per mancato rispetto delle note ministeriali sul pluralismo, innesca un doppio fronte: da un lato il sostegno di Giulia Gennaro (FdI), dall’altro la dura critica dei Giovani Democratici, che parlano di censura preventiva e di un precedente pericoloso.

La decisione della dirigente scolastica del Liceo Fogazzaro, Maria Rosa Puleo, di sospendere la sezione “Racconti dai territori” prevista nell’assemblea studentesca del 22 e 23 dicembre ha aperto un dibattito che, in poche ore, ha lasciato i confini della scuola per diventare questione cittadina e politica. La motivazione del provvedimento richiama due note del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che impongono agli istituti di garantire pluralismo, confronto tra posizioni diverse e presenza di relatori che favoriscano lo sviluppo del pensiero critico. Condizioni che, secondo la dirigente, nel caso specifico non erano rispettate.

La comunicazione ufficiale richiama infatti “l’esigenza che la scelta di ospitare relatori fosse volta a garantire il confronto tra posizioni diverse”, sottolineando che l’iniziativa potrà svolgersi solo quando sarà possibile assicurare un contraddittorio effettivo. La scelta, però, non è rimasta isolata sul piano interpretativo.

Giulia Gennaro, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia, ha espresso pieno sostegno alla dirigente, definendo la sospensione una “difesa del valore dell’educazione” e una garanzia di responsabilità istituzionale. Per Gennaro, la scuola non deve diventare terreno di narrazioni unilaterali, ma luogo protetto di dialogo regolato, rispettoso delle linee ministeriali e orientato alla formazione critica degli studenti. «Non è un atto di censura – scrive – ma il presupposto di una scuola libera e pluralista».

Di segno opposto la posizione dei Giovani Democratici di Vicenza, che parlano invece di un provvedimento dettato dal “timore dell’eco mediatico” e dal rischio di trasformare le assemblee in spazi neutralizzati. Per i GD, vietare testimonianze su tragedie umanitarie non tutela il pluralismo, ma lo soffoca: «Il pensiero critico non nasce dal silenzio né dalla censura preventiva». Il riferimento al ruolo di Gennaro è esplicito, così come la preoccupazione che una lettura rigida delle direttive ministeriali possa rendere quasi impossibile discutere temi internazionali, sociali o politici.

Il caso Fogazzaro si colloca dunque in un intreccio complesso tra autonomia scolastica, norme ministeriali e sensibilità politica, lasciando aperta una domanda cruciale: chi decide, e in che modo, i confini del dibattito dentro la scuola? Una questione destinata a tornare al centro del confronto cittadino.