
da Il Fatto Quotidiano, di Giuseppe Pietrobelli. Dopo la storia infinita della corsa di Luca Zaia all’inafferrabile quarto mandato da governatore, sul tavolo delle trattative per trovare il candidato della destra in Veneto fa la sua ingombrante irruzione la “lista Zaia”. Il presidente uscente la sta agitando da alcune settimane come un totem anche se non si presenterà come consigliere. Giorgia Meloni e FdI che continuano a rivendicare un proprio candidato per Palazzo Balbi, non la vogliono, convinti di riconfermare la distanza abissale con la Lega sancita dalle Europee dell’anno scorso. Adesso però anche Matteo Salvini si è convinto che alla fine il nome di Zaia può essere utile al partito.
Il ministro delle Infrastrutture si è collegato ieri da remoto al direttivo regionale guidato dal segretario Alberto Stefani, per mettere a punto le candidature (158 le richieste pervenute). Per tenere alto il morale della base ha rilanciato la possibilità di tenere duro sulla “lista Zaia”. “Ribadisco la nostra richiesta di esprimere il prossimo candidato presidente del centrodestra”, ha esordito, ricordando gli 11 mila iscritti, i 160 sindaci e un migliaio di amministratori su cui può contare in Veneto. “La Lega ha una forza dirompente, l’eccellente amministrazione garantita negli ultimi anni con la guida di Luca Zaia non va dispersa”. Ha anzi sottolineato: “È un valore aggiunto che porterò al tavolo con Giorgia Meloni e Antonio Tajani”. Sul piatto, quindi, Salvini pone due elementi: un candidato leghista (Stefani) e la “lista Zaia”. Probabilmente non riuscirà a ottenerli entrambi, ma sbandierare il nome della lista gli serve per alzare la posta in gioco. Gelida la reazione del partito di Meloni. Il senatore Luca De Carlo, coordinatore regionale, ha commentato: “Fratelli d’Italia si occupa di preparare liste rappresentative e forti, non di commentare gli assetti con i quali gli alleati intendono approcciarsi alle elezioni. Nel caso specifico, quello sulla lista Zaia è un dibattito interno”. Come dire, che se la devono vedere i leghisti fra di loro. Siccome però può avere una ricaduta elettorale, De Carlo ribadisce la richiesta del candidato presidente. “Noi abbiamo sempre detto che l’importante è l’unità del centrodestra e sapremo trovare la miglior figura per dare continuità al buon governo di Zaia, tenendo anche conto degli ultimi esiti elettorali: Fratelli d’Italia alle Politiche al 32,4% e alle Europee al 37,6”. Ribadire di aver avuto il triplo di voti rispetto alla Lega è tutt’altro che una resa, anche se Salvini cerca di alzare il livello del confronto.
Ad assistere al teatrino c’è Flavio Tosi, coordinare regionale FI: “Sarebbe inusuale presentare la lista di un governatore uscente, che tra l’altro non si candida neppure come consigliere (ma c’è l’ipotesi di Zaia capolista in ticket con le sue fedeli per poi lasciare a loro il seggio, ndr) come consigliere. È invece normale che un candidato presidente abbia una lista con il proprio nome”.