Sta finendo il lunghissimo precampionato dell’LR Vicenza. Quarantanove giorni dal raduno il 18 luglio al debutto in campionato il 4 settembre e tre mesi e mezzo dal 20 maggio, la data che segna la retrocessione in Serie C. Un quarto di anno, giorno più giorno meno, per decantare la peggior stagione sportiva dell’era OTB e per dimenticare le nefandezze dell’ultimo umiliante campionato.
Ed infatti gli inguaribili tifosi vicentini sono corsi a sottoscrivere già più di 5.000 abbonamenti, spinti da un lato dalla masturbatoria prospettiva “meglio primi in C che ultimi in B” e, dall’altro, dalla furba quanto illusoria sparata da Renzo Rosso a proposito di una vittoria del campionato con venti punti di vantaggio sulla seconda.
È stato utile anche il calciomercato, condotto da Federico Balzaretti, senz’altro migliore del primo da lui firmato nello scorso gennaio. Gli arrivi dei due principali marcatori del Girone B dell’anno scorso, di uno dei più bravi registi della categoria, di due mezzali di rinomata qualità e di giovani finalmente non solo in prestito hanno riscosso la soddisfazione della esigente clientela vicentina, accontentata anche dall’inevitabile cessione di protagonisti in negativo delle ultime due annate.
Un precampionato che non ha dato molte certezze
La preseason non si conclude con molte certezze. Anche in conseguenza di un calendario di amichevoli compilato con criteri non sempre comprensibili e che ha dato esiti che si possono definire interlocutori.
Durante il ritiro l’LR Vicenza ha giocato quattro amichevoli contro squadre di dilettanti, poi c’è stata quella con il Milan utile solo per l’incasso e certo non nello sviluppo della preparazione e, solo nelle ultime tre settimane, i friendly match con squadre della stessa categoria. Nella prima i biancorossi hanno pareggiato 1-1 con il Mantova, nella seconda hanno battuto la Virtus Verona per 2-1 e, infine, hanno perso con lo stesso risultato con il Rimini.
Il bilancio di questi tre test match non può definirsi indicativo né, tanto meno, promettente. Contro avversarie che non rientrano nella fascia top dei rispettivi gironi, l’LR Vicenza né ha giocato delle gran partite né ha mostrato, se non occasionalmente, il gioco molto caratterizzato che è nelle intenzioni dell’allenatore.
La responsabilità di questo andamento al di sotto delle aspettative è anche dello stesso Baldini, che ha continuato a cambiare formazione, perfino nell’ultimo impegno con il Rimini. Così, alla vigilia del campionato, ancora non si sa quale sarà la formazione tipo dell’LR Vicenza, con la sola eccezione del duo di attaccanti che sarà necessariamente composto da Ferrari e Rolfini, visto che le riserve sono dei giovani senza esperienza.
Le incognite nella formazione-tipo
Gli interrogativi riguardano il portiere e i difensori. Chi sarà il numero 1 titolare? L’oggetto misterioso Confente, che ha giocato l’ultima partita di campionato un anno e mezzo fa (17 marzo 2021, Catania-Turris) o l’usato sicuro (ma non per tutti) Grandi? Quest’ultimo non sembra molto versato per la difesa a tre e la costruzione del gioco dal basso, il primo è davvero una incognita dopo una intera stagione in panchina e l’essere stato pretermesso, l’anno scorso, prima a Pizzignacco e poi a Grandi e a Contini.
La difesa a tre, inedita in precedenza, è il reparto che meno ha convinto in precampionato. Già nell’amichevole con il Milan si erano appalesati limiti e incertezze ma erano stati minimizzati in considerazione della qualità dei rossoneri e dal momento della preparazione.
Anche nelle tre partite contro squadre di C, però, il trio di centrali arretrati non ha brillato e a qualcuno è parso di rivedere certe purtroppo tipiche lacune dell’anno scorso. Gli uomini a disposizione dell’allenatore per il ruolo non sono moltissimi, c’è un solo difensore mancino, Padella e Pasini sono stati protagonisti negativi in B, Cappelletti sembra un lungodegente avviato alla cronicità e in panchina ci sono ragazzini.
Magari negli ultimi giorni di mercato arriverà un rinforzo, sembrerebbe anzi necessario, ma gli acquisti degli ultimi minuti sono sempre rischiosi.
Davvero un successone il calciomercato?
Con riserva di dare un giudizio definitivo il 2 settembre, si può anticipare qualche conclusione. Sicuramente è stato centrato l’obbiettivo attacco, un reparto che era da ricostruire. L’arrivo di Ferrari e Rolfini è stato tempestivo e si può, quindi, desumere cercato. La scelta di puntare solo su giovani per i subentri è, invece, piuttosto azzardata.
Il lavoro migliore è stato fatto sui tre centrocampisti centrali. Scarsella-Ronaldo-Cavion sono uomini di qualità e di esperienza e, in più, sono stati garantiti i cambi grazie agli acquisti di giovani promettenti come Cataldi e Jimenez. Anche sui quinti si è a posto, la scelta di Baldini sembra caduta su Greco e Dalmonte come titolari e su Giacomelli, Begic e Oviszach di rincalzo. Bisognerà verificare la tenuta degli esterni nel modulo 3-5-2, perché Baldini pretende da loro la doppia fase ed è da provare contro avversari più agguerriti la loro efficacia come difensori aggiunti.
Sul portiere e sui centrali difensivi, infine, andava fatto di più. L’impressione è che Baldini sia costretto a fare di necessità virtù con quello che gli è stato messo a disposizione.
Non sembrano da applausi, invece, le due cessioni di Mancini e di Vandeputte. Il primo ha costretto la società ad adeguarsi alle proprie volontà, rifiutando il rinnovo del contratto e scegliendosi l’acquirente. Si è parlato di due milioni di ricavo per l’LR Vicenza: siamo sicuri che siano meglio questi soldi subito invece che una valorizzazione futura in proprio?
Anche per l’esterno belga non si può parlare di un’operazione riuscitissima. Bisognava fare uno sforzo per tenerlo a Vicenza e, tutto sommato, darla a vinta a Magalini non è stato il massimo.
Quanto sono costate le cessioni di Longo, Jallow, Taugordeau e De Maio? Avevano tutti ingaggi alti e almeno un altro anno di contratto. Non credo proprio che siano andati via gratis.