
Chiara Luisetto, consigliera regionale del Pd, ha raccolto l’appello dell’associazione Acqua Bene Comune che lamentava l’assenza del tema acqua dai programmi dei candidati alla guida della Regione Veneto in vista delle elezioni di fine mese.
La consigliera Pd, che è anche candidata, ha annunciato il suo impegno per quel che riguarda la salvaguardia delle risorse idriche, anche alla luce delle recenti gravi situazioni che il territorio ha dovuto affrontare, dal disastro Miteni, alla questione Silva, alle contaminazioni da Pfas delle aree adiacenti la Superstrada Pedemontana: “Il nostro territorio – sono le parole di Luisetto – ha pagato e continua a pagare un prezzo alto per l’inquinamento di chi non ha saputo e voluto tutelare i cittadini. Il prossimo mandato sarà chiave nell’affrontare e risolvere questioni aperte, finora emerse solo attraverso l’impegno di cittadini e opposizioni in regione. Sostengo, con forza, la necessità di mettere al centro dell’agenda politica veneta i temi evidenziati dal movimento Acqua Bene Comune di Vicenza. Sulla questione Pfas, dopo aver atteso nove anni lo studio epidemiologico, oggi ci viene proposta una versione ridotta che rischia di non avere efficacia. Estendere a tutta la zona rossa e investirci i 250mila euro previsti in origine è imprescindibile. Come lo è spingere perché venga fatta la bonifica”. L’esponente del Pd ha poi ricordato che in tema di tutela dell’acqua sono numerose le azioni in capo alla Regione, tra cui anche la scelta di quali territori proteggere: “Il tema delle aree di salvaguardia diventa centrale per realtà come quella duevillese, nel bacino acquifero più grande d’Europa e senza un acquedotto. Qui il caso Silva ci richiama alla attuazione immediata di aree protette che hanno aspettato anche troppo per vedere la luce. Previste da un decreto del 2006, hanno trovato attuazione solo dal 2019 e ancora oggi non si è dato corso a quanto previsto. Già ad agosto ho presentato una mozione per chiedere l’approvazione in tempi celeri dell’area individuata da ATO Bacchiglione nel vicentino, ma nulla si è mosso».
Non è poi solo un problema di qualità dell’acqua, ma anche di quantità: «Nel 2022, il Veneto ha sperimentato uno degli anni più siccitosi mai vissuti, un piano per gestire la risorsa idrica è essenziale, tra mini invasi e gestione delle aree di infiltrazione per trattenere l’acqua quando serve e rilasciarla nelle fasi più critiche, abbiamo molto da mettere a terra. In questo senso, l’alleanza con il territorio e con i cittadini è strumento di prevenzione e attenzione. Realtà che si muovono quotidianamente e chiedono alla politica competenza e lungimiranza – ha concluso Luisetto – devono tornare ad essere ascoltate».





































