Madre natura raccontata da Vejer de la Frontera: il Coronavirus ha fermato il mondo, nulla sarà più come prima

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Una piazza vuota di un pueblo blanco andaluso
Una piazza vuota di un pueblo blanco andaluso

Marina Magro, madre natura vista da Vejer de la FronteraA 10 km da Conil de la Frontera, dove è “confinato” Maurizio Mascarin, giornalista e pittore, che vi sta affidando il suo diario andaluso, ed esattamente a Vejer de la Frontera vivo, ora in quarantena, anche io, fotografa di viaggio, di reportage e progetti umanitari, blogger e viaggiatrice vicentina.

Allora, mi son detta, perché non affidarvi anche le mie riflessioni e condividerle con voi? Eccomi allora visto che avete accettato, di ospitarmi, il vostro direttore si è detto “felice di farlo”, anche se inizio parlando di… Coronavirus.

Madre Natura esiste da milioni di anni preservando nel corso del tempo i suoi ecosistemi da intrusioni offensive e dannose. Il genere umano calpesta il suolo della Terra da molto meno tempo da che essa esiste. Le popolazioni antiche rispettavano e temevano le forze della Natura tanto da  edificare la vita umana con cura e nel profondo rispetto degli elementi e degli ecosistemi attingendo forza e guida dal Sole e dalla Luna che veneravano e pregavano come Dei.

Siamo ospiti di questo pianeta ma non ce ne prendiamo più cura, il nostro egoismo, la nostra avidità ci ha accecato. Da quando le macchine hanno sostituito le mani dell’uomo e ancor più da quando i computer azionano macchine con estrema facilità raggiungendo scopi in brevissimo tempo abbiamo perso il contatto diretto con Madre Natura e quindi il senso della realtà di questa terra che ora vorremmo trasformare ad uso e consumo senza nessun rispetto, senza nessuna etica, inquinando le falde acquifere e l’aria che respiriamo, sfruttando e impoverendo suolo e sottosuolo, devastano foreste per cementare o per coltivazioni transgeniche  togliendoci l’enorme risorsa di ossigeno che rilasciano.

Arriva il 2020 e un virus sconosciuto in breve tempo ferma il mondo, non Madre Natura che da canto suo è sempre meravigliosamente attiva nel perpetuo processo di auto-rigenerazione, di auto-trasformazione, ma il mondo operativo, il mondo umano con il suo fare il suo andare il suo avere tutto e subito, veloce, senza rispetto, senza moralità. Il contagio è molto veloce anche se non mortale per i più, pericoloso per la popolazione anziana e per le persone con patologie, le moltissime persone già sofferenti sono in pericolo.

Subentra da subito un fattore tremendo e comune agli umani di ogni latitudine in questi tempi sfrenati sempre agganciati e iper connessi al web, l’altro mondo, quello virtuale in cui tutti cercano di essere “qualcuno”, di avere visibilità notorietà approvazione, qui l’ego cerca la sua rivincita, la sua gratificazione a una vita sfrenata e senza senso.

Il fattore tremendo è la paura di morire.

Un virus sconosciuto alla scienza ci catapulta da un giorno all’altro nella paura della morte, ci rende improvvisamente miseramente umani e fragili.

Nel pieno di questa crisi mondiale in cui alcuni Paesi sono più colpiti di altri dal virus ci viene imposto dai governi di restare in casa per alcune settimane per limitare il contagio e per evitare a chi ce l’ha di trasmetterlo, poi si vedrà. Dobbiamo restare in casa.

Questa nuova dimensione di isolamento fisico potrebbe diventare una benedizione, un’opportunità per ascoltarci riflettere rivedere la propria vita, per farci qualche domanda e darci qualche risposta.

Vogliamo che l’umanità abbia un seguito su questa Terra per i nostri figli e per i nostri nipoti? Un seguito in prosperità e nella gioia?

Il Cambiamento è ora a portata di mano, è chiaro e forte, ci viene chiesto dal Pianeta che ci ospita e dalla Grande Madre o come la chiamano i tibetani Qomolangma.

Passato questo caos non sarà più come prima, ricordiamoci che il caos scompiglia, muove tremendamente tutto; ebbene lasciamoci scuotere, fluiamo nel disordine senza resistenza, quando avremmo rotto schemi vecchi e strutture mentali obsolete, troveremo poi un nuovo equilibrio.

Questo è il tempo per sognare, per immaginare un mondo nuovo, è il tempo di nuove idee, di cercare in territori inesplorati, di nuove invenzioni, di progetti lungimiranti, di coraggio, di iniziative che devono avere un comune denominatore: il benessere e la prosperità dell’umanità nel rispetto di Madre Natura. Una nuova coscienza dobbiamo maturare, ora.

Ricordiamoci che il pensiero muove e costruisce la materia. Il pensiero nasce da un’intuizione e può trasformarsi in progetto. Portiamo attenzione ai nostri pensieri, facciamo che siano luminosi, che portino luce e speranza, abbiamo tutti bisogno di un mondo migliore in cui vivere se vogliamo preservare l’umanità, tanto la Terra continuerà il suo viaggio meraviglioso anche senza di noi, vogliamo esserci o no?

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