Mafie: Mazzaro, “Nel Veneto 8.500 aziende legate alla criminalità. La legge antimafia del 2012? È rimasta sulla carta”

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“Nel Veneto oggi ci sono 8.500 aziende direttamente collegate alla criminalità organizzata o addirittura dirette da essa. Un numero spaventoso”. A dirlo, durante la tavola rotonda “Mafie: storia, leggi, commissione antimafia, ritardi della Regione” organizzata da ViPiù il 28 marzo al bar Minerva, è stato il giornalista d’inchiesta Renzo Mazzaro, firma storica del gruppo Gedi e autore di numerosi libri d’inchiesta.

Mazzaro è intervenuto sul tema dei ritardi della Regione nell’attuazione della legge antimafia approvata nel 2012, al centro anche di un suo articolo nel numero 296 del mensile VicenzaPiù. “Quella legge nacque su iniziativa del consigliere regionale Fasoli e fu votata all’unanimità – ha ricordato – ma dopo 13 anni restano inattuati due punti fondamentali: la centrale unica degli appalti e il fondo di rotazione per sostenere gli enti pubblici nella gestione dei beni confiscati. Il fondo, di fatto, non è mai stato creato”.

Un’inerzia grave, secondo il giornalista, in una regione dove “dal 2013 al 2023 le estorsioni sono aumentate del 300% a Belluno e del 200% a Vicenza, con una media di tre casi a settimana a danno di imprenditori”. Il problema, ha specificato Mazzaro, è anche culturale e di tenuta civile: “Già nel 2015 Giovanni Russo, all’epoca alla DIA, disse che in Veneto mancava un argine primario: quello della società civile. Troppi silenzi da parte di banche, professionisti, notai, commercialisti”. Mazzaro ha sottolineato che anche il metro del giornalismo è utile per misurare l’assenza di un argine sociale alle mafie. “Oggi non c’è più interesse per il giornalismo d’inchiesta – ha dichiarato – le inchieste si fanno, ma non si leggono. Sembra quasi che non esistano più”.

Mazzaro ha ripercorso anche la vicenda della villa Rodella confiscata a Giancarlo Galan nel 2014, “rimasta inutilizzata per anni, ipotecata da Veneto Banca e ora affidata a una onlus di Rovigo senza fondi per ristrutturarla. Servirebbero almeno 100.000 euro subito e 80.000 l’anno per mantenerla, ma il fondo regionale non esiste. È questa la nostra antimafia?”, ha incalzato.