Mancini “Cambio regime in Iran se Israele limita i raid, 7 ottobre una debacle del Mossad”

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ROMA (ITALPRESS) – “Si sta discutendo in queste ore fra i Pasdaran e c’è qualcuno che vorrebbe entrare in una sorta di negoziato soprattutto verso l’Europa per tentare di sostituire Khamenei. Il cambio (di regime, ndr) può avvenire se Israele limita quello che sta facendo: se circoscrive in maniera molto precisa i bombardamenti e non uccide i cittadini, ma neutralizza solo gli scienziati e il clero iraniano. Perché quelli sono il 30% della popolazione iraniana, mentre il restante 70% vuole la pace con Israele”.

Così Marco Mancini, ex dirigente del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), in una videointervista organizzata dal quotidiano “Il Riformista”.

“Con la polizia morale è difficile riuscire ad avere un cambiamento. Lì occorrerebbe continuare questa chirurgica attività che sta facendo Israele. Allora, quel 70% di intellettuali che vuole mandar via Khamenei e tutti i suoi sodali penso che si possa attivare”, aggiunge.

“Da tempo c’è questo contrasto fra i Pasdaran sotto il comando di Khamenei e le forze armate regolari sotto il presidente. Credo che in questo momento il motivo per il quale Khamenei ha delegato ancora più potere ai Pasdaran sia contrastare la richiesta silenziosa, che viene dal presidente iraniano, di poter mandare in esilio non solo lo stesso Khamenei ma tutta la nomenclatura. Ci riescono? Non lo so – prosegue Mancini -. Al momento c’è una sorta di legge marziale: i Pasdaran di Khamenei, contro il volere dell’esercito del presidente, stanno eseguendo molto condanne a morte”.

“Israele non ha armi sufficienti e così potenti da poter neutralizzare bunker al di sotto di una certa profondità. Al momento io non credo che Teheran riesca a utilizzare armi non convenzionali su Israele. E credo che Israele voglia questa volta effettivamente risolvere il problema iraniano: vogliono neutralizzare Khamenei e vogliono soprattutto fermare completamente il programma nucleare di Teheran”, ha detto ancora Mancini.

“Il 7 ottobre del 2023 si è concretizzata una debacle dell’intelligence, soprattutto del Mossad, del servizio segreto che dovrebbe operare al di fuori di Israele. E si è dimostrato che anche lo Shin Bet, il servizio di intelligence militare, non ha funzionato. A David Barnea, capo del Mossad, l’anno scorso a Roma gli venne chiesto cosa non è funzionato. E lui ha risposto che si sono fidati troppo dell’elettronica”, prosegue Marco Mancini.

“L’intelligence non ha funzionato perché non è stata penetrata Hamas: non c’è stata nessuna attività di penetrazione e di reclutamento di fonti per capire e anticipare quello che deve fare l’intelligence. L’intelligence anticipa l’azione criminosa, ma quando raccoglie i cadaveri per strada ha fallito la sua stessa funzione. Non avevano nessuna fonte, ovvero un palestinese iscritto al partito di Hamas reclutato che gli potesse dire qualcosa – ha aggiunto -. Vi faccio un piccolo esempio: uno di quei deltaplani che abbiamo visto utilizzare da Hamas è un’invenzione di Hezbollah e ci vogliono 6 mesi per essere addestrati nell’uso, ancor di più se c’è anche una persona che deve sparare con un kalashnikov che non è un’arma di precisione. Io mi domando: dove erano i droni e i satelliti a controllare? Questo è l’errore che ha commesso l’intelligence israeliana, appoggiarsi esclusivamente sulla tecnologia”.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)