Mappatura dei nei, la Fisd “E’ importante la collaborazione tra i medici di medicina generale e i dermatologi”

10

ROMA (ITALPRESS) – Negli ultimi giorni sulla stampa si è parlato molto della cosiddetta mappature dei nei e della possibilità che il MMG possa espletarla. “E’ bene chiarire – dice il dottor Enrico Maria Procaccini, attuale coordinatore della FISD e Presidente della SIDeLF (Società Italiana di Dermatologia Legale e Forense) – che la dizione di “Mappatura dei nei” si riferisce sostanzialmente allo studio dei nevi melanocitici mediante un microscopio che viene chiamato Dermatoscopio. La dermatoscopia è parte integrante della visita dermatologica e fa parte del bagaglio culturale del dermatologo. Il fatto che la voce “mappatura dei nei” sia stata esclusa dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) non modifica il comportamento dei dermatologi (territoriali, ospedalieri o universitari) che come hanno sempre fatto eseguiranno l’esame dermatoscopico nell’ambito della visita dermatologica. Diverso è il concetto di videodermoscopia digitale o anche altri più sofisticati metodi di studio dei nei (fotografie in epiluminescenza di singole lesioni o Totalbody photography dell’intera superficie corporea) che rappresentano indagini di secondo livello da effettuare quindi solo in casi selezionati e che sono previste dai LEA (Osservazione delle lesioni cutanee con videodermatoscopio)”. Come sottolineato dalla FIMMG non è previsto uno screening di massa della popolazione. Il problema della mappatura dei nei si pone per incrementare la Diagnosi precoce del melanoma.

Inviare allo specialista dermatologo i casi con lesioni sospette in modo da poter identificare in fase precoce il melanoma è di fondamentale importanza. “In questa ottica la collaborazione tra MMG e Dermatologi dovrebbe essere sempre più stretta. Il miglioramento delle capacità cliniche e diagnostiche del MMG può portare ad una identificazione precoce dei pazienti a rischio da inoltrare ai dermatologi. La diagnosi dermatoscopica dei nevi melanocitici tuttavia è complessa. L’esame dermoscopico prevede una grande esperienza dell’operatore e non è una semplice visione ingrandita del neo” ha aggiunto. Come sottolinea il professor Argenziano, Direttore della Dermatologia dell’Università Vanvitelli di Napoli e rappresentante della SIDeMAST (Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse) “la conoscenza dei criteri dermoscopici si acquisice attraverso periodi di training spesso lunghi e attraverso una quotidiana esperienza della metodica. Riteniamo pertanto che pur non volendo affidare l’uso della metodica ai soli dermatologi il suo utilizzo richiede delle conoscenze la cui acquisizione da parte di un MMG è complessa”. Va sottolineato che essendo il melanoma un tumore aggressivo e spesso veloce nella sua evoluzione va diagnosticato correttamente fin dall’inizio evitando errori diagnostici che potrebbero portare a conseguenze medico-legali.

“La telemedicinadichiara il professor Antonino di Pietro, presidente dell’ISPLAD (International – Italian Society of Plastic-Regenarative and Oncologic Dermatology) – può certamente essere di estremo aiuto per superare grandi distanze e per abbreviare le liste di attesa ma non può essere considerata oggi una modalità sicura da perseguire in caso di prima visita per lesioni di natura potenzialmente oncologica. La sua utilità nel follow up di dermopatie croniche o di natura infiammatoria è indiscutibile tuttavia con la tecnologia attuale i margini di errore, in caso di lesioni cutanee di natura oncologica, sono ancora troppo alti per poterla utilizzare senza rischi, sia per il paziente che per il medico che dovrà firmare il referto”. La FISD pertanto si dichiara aperta ad una sempre maggiore collaborazione tra MMG e Dermatologi e ad un confronto utile e fruttuoso sui ruoli dei medici coinvolti e sulle specifiche competenze.

– Foto Italpress –

(ITALPRESS).