Marostica: la Giunta lancia un progetto pilota a Crosara contro l’emergenza abitativa

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Il Comune di Marostica lancia un progetto pilota nella frazione di Crosara per affrontare l’emergenza abitativa, trasformando una struttura chiusa in un centro multifunzionale per famiglie in difficoltà. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con la cooperativa sociale “Un Segno di Pace“, punta a dare risposte tempestive e strutturate a una problematica che sta diventando sempre più grave anche nei piccoli centri.

“Da un’analisi concreta dei bisogni del nostro territorio è emersa con forza una nuova e drammatica realtà: famiglie del nostro Comune, nostri concittadini, che rischiano di finire per strada senza alcuna alternativa”, ha spiegato il sindaco di Marostica, Matteo Mozzo. Da qui la decisione di dare priorità all’emergenza abitativa, utilizzando la struttura di Crosara, chiusa dal 2021, per garantire un’accoglienza temporanea. Il centro offrirà tre zone indipendenti e spazi comuni come una mensa e una lavanderia, adatti a ospitare famiglie in regime di coabitazione temporanea.

Il responsabile dell’Area Servizi Sociali, Michele Angelo Frison, ha sottolineato la criticità della situazione: “Solo nell’ultimo semestre abbiamo riscontrato almeno sei casi di famiglie residenti a Marostica con sfratti esecutivi imminenti. Famiglie che rischiano concretamente di finire senza casa”. La collaborazione con la cooperativa “Un Segno di Pace” diventa quindi indispensabile per rispondere a un fenomeno che sta assumendo dimensioni preoccupanti.

Il progetto, però, guarda oltre la semplice emergenza. L’amministrazione ha già previsto la possibilità di estendere l’uso della struttura per altri progetti sociali, come il “Dopo di Noi” per persone con disabilità, l’ospitalità temporanea per famiglie evacuate a causa di calamità naturali e percorsi di co-housing per giovani e anziani autosufficienti. Il sindaco Mozzo ha sottolineato la volontà di coinvolgere i Comuni limitrofi, come Lusiana Conco, Pianezze, Colceresa, Schiavon e Nove, per creare una rete territoriale che valorizzi la struttura come un punto di riferimento per l’abitare sociale.

Daniele Camazzola, presidente della cooperativa “Un Segno di Pace”, ha accolto con entusiasmo la proposta, riconoscendone la valenza sociale e la coerenza con la missione della cooperativa. “In una prima fase offriremo gli spazi per rispondere all’emergenza abitativa, ma siamo pronti a sviluppare in futuro percorsi di co-housing strutturati, con il supporto delle nostre figure professionali: educatori, operatori, psicologi”. Il progetto prenderà pienamente forma entro l’autunno.