

Più che una battaglia contro l’inquinamento, una guerra ai cittadini, anzi, una guerra ai veneti: è così che il consigliere regionale Gabriele Micheletto della Lista Zaia Presidente, commenta la politica green dell’Unione Europea, contestandole sia nei modi “imposizioni calate dall’alto”, sia nei contenuti, definiti deliranti: “Dal blocco dei motori endotermici e dei diesel euro 5 allo scempio delle case green – sostiene Micheletto -, l’Unione Europea, con il timbro della precedente Commissione, porta avanti una follia ideologica senza alcuna giustificazione ambientale né sociale. Ora bisogna fermare tutto e rimettere in discussione queste decisioni sbagliate”.
Il consigliere della Lista Zaia sul tema ha già depositato una risoluzione in Consiglio Regionale per contrastare il blocco dei diesel euro 5 previsto dal 1° ottobre: “Una misura che lascerà a piedi decine di migliaia di cittadini veneti senza colpa alcuna. Si sta colpendo la gente comune, quella che lavora, si sposta, accompagna i figli a scuola, va dal medico. Tutto questo – tiene a sottolineare Micheletto – per una scelta che non migliora affatto la qualità dell’aria, ma crea solo danni e disparità.” Il consigliere guarda anche al futuro più lontano: “Entro il 2035 Bruxelles vuole cancellare milioni di auto perfettamente funzionanti, costringendo le famiglie ad acquistare veicoli elettrici costosissimi e ancora non supportati da un’infrastruttura adeguata. È un’aggressione economica e sociale, non una transizione ecologica”. Micheletto non risparmia nemmeno la direttiva sulle case green: “È una patrimoniale mascherata che impone ristrutturazioni obbligatorie e costi insostenibili sulle famiglie. Chi non ha le risorse per adeguarsi sarà punito con il deprezzamento della casa o limitazioni alla vendita. Un attacco alla libertà, alla realtà e al buonsenso. E un pericolo per il Veneto”.
Secondo il consigliere, su tutta la questione “serve una retromarcia totale. Non possiamo accettare che milioni di persone paghino sulla propria pelle l’incompetenza e l’estremismo pseudo-ambientalista di chi ha governato prima Bruxelles”.