Minacce su vetrina del Movimento Italia Sociale Vicenza: Deghenghi condanna l’odio politico. Ma anche lui minaccia: “Non dimenticheremo”

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Vetrina Movimento Italia Sociale con minacce
Vetrina Movimento Italia Sociale con minacce

Un episodio notturno ha colpito la sede vicentina del Movimento Italia Sociale: sulla vetrina (appena rinnovata con una provocatoria vetrofania) sono comparse scritte minacciose con riferimento all’eccidio di Schio. Gian Luca Deghenghi condanna l’accaduto, parla di “vigliaccheria politica” e invita alla calma, ma lancia anche un messaggio inequivocabile: “Il M.I.S. non dimenticherà”.

Minacce notturne sulla vetrina: il riferimento all’eccidio di Schio
È comparsa nella notte tra martedì e mercoledì una scritta rossa sulla vetrina della sede del Movimento Italia Sociale di Vicenza in corso S.S. Felice e Fortunatoi. Il messaggio, tracciato in modo anonimo, recita: “7-7-1945 ciò che vi spetta”, in chiaro riferimento all’eccidio di Schio, episodio tragico e divisivo della storia locale.

Ad accorgersi dell’imbrattamento, i militanti del movimento, che nella mattinata di mercoledì hanno trovato la vetrofania ufficiale della sede deturpata con tratti fortemente simbolici e minacciosi.

La replica del portavoce: “Non ci facciamo intimidire”
A intervenire pubblicamente è Gian Luca Deghenghi, portavoce del M.I.S. Vicenza, che ha affidato la sua reazione a una nota ufficiale:
“Dispiace per il carattere odioso della scritta, che dimostra quanto odio represso covi nell’animo di certa parte politica. L’eccidio di Schio è per noi e per i vicentini un argomento delicato. Per questo proviamo particolare schifo per chi ha inteso farne strumento per attaccarci.”

Toni fermi, ma anche distensivi: “Non prenderemo in considerazione il tono minaccioso del messaggio. Non ne faremo motivo per patetiche rivendicazioni. Riteniamo l’episodio né più né meno che una meschina dimostrazione di bassezza e vigliaccheria.”

Un messaggio finale che lascia il segno
Dopo aver assicurato che la vetrina verrà ripulita senza clamore, Deghenghi ha sottolineato la volontà del movimento di proseguire nella propria attività politica senza lasciarsi intimidire. Ma il comunicato si chiude con parole che lasciano un’eco ben precisa:
“Sia chiaro a tutti, specie agli autori delle scritte, che il M.I.S. non si dimenticherà di quanto accaduto.”

Una ferita storica che torna a farsi simbolo
L’episodio riporta al centro una ferita mai del tutto chiusa, quella dell’eccidio di Schio, spesso al centro di commemorazioni e contrapposizioni ideologiche. Che il passato torni a parlare attraverso le vetrine di una sede politica dice molto sul clima teso che, in alcune frange, continua a contrapporre memoria e militanza.

Il M.I.S. sceglie di non fare denuncia pubblica formale ma non esclude, nelle prossime ore, ulteriori comunicazioni. Intanto, la sede riapre regolarmente.