
Dopo oltre 15 anni di battaglie legali e urbanistiche, riferisce in una nota Italia Nostra Vicenza, arriva una sentenza che chiude un lungo contenzioso e restituisce dignità al vincolo storico-monumentale che tutela Monte Berico. Con la sentenza n. 6015 pubblicata il 10 luglio 2025, il Consiglio di Stato ha confermato senza ambiguità che la zona del colle vicentino è da considerarsi bene culturale a tutti gli effetti, in forza del Regio Decreto del 1935 che la dichiarava “zona monumentale di interesse storico nazionale”.
A esultare non è propriamente il Comune di Vicenza – che per oltre un decennio ha ignorato pronunce simili – ma Italia Nostra Vicenza, l’associazione che fin dall’inizio ha portato avanti una difesa intransigente del colle sacro alla città, appoggiandosi sul lavoro ostinato degli avvocati Mariagrazia Pegoraro e Alessandro Pesavento, quest’ultimo autore dell’ultimo ricorso vincente.
La vicenda prende avvio da un intervento edilizio proposto in località Villa Madonna, a Monte Berico: una società immobiliare voleva costruire alcune villette, una strada di accesso e un parcheggio. Il Comune di Vicenza, durante tutte le amministrazioni succedutesi dal 2012 al 2024, ha approvato – tra PAT e Piano degli Interventi – destinazioni urbanistiche in palese contrasto con il vincolo monumentale, sostenendo la compatibilità degli interventi.
Ancora più grave, secondo Italia Nostra, il comportamento della Soprintendenza di Verona, Rovigo e Vicenza, che non ha opposto alcun parere negativo nei vari passaggi amministrativi, ignorando numerose sentenze – sia del Tar che dello stesso Consiglio di Stato – che richiamavano il rispetto della tutela vincolistica.
Ora, con la pronuncia del 10 luglio, cade ogni alibi: il Comune sarà costretto ad adeguare gli strumenti urbanistici (PAT e P.I.), escludendo nuove costruzioni non compatibili con la normativa che tutela i beni culturali. Ogni intervento nella zona di Monte Berico dovrà essere vagliato dalla Soprintendenza, che sarà chiamata a rilasciare la necessaria autorizzazione monumentale.
Italia Nostra Vicenza, pur soddisfatta dell’esito giudiziario, esprime preoccupazione per la condotta degli enti pubblici, Comune e Soprintendenza in primis, che invece di difendere il bene pubblico avrebbero agito per aggirarlo, lasciando ai cittadini – in questo caso privati e associazioni – il compito di far rispettare una legge dello Stato.
«È inaccettabile – scrive il Consiglio Direttivo – che la tutela dell’interesse pubblico sia stata garantita solo grazie alla costanza di cittadini e associazioni, e non dagli enti preposti». Un atto d’accusa forte, che chiama in causa la responsabilità delle istituzioni, e rilancia un principio semplice ma cruciale: Monte Berico è di tutti, e come tale va protetto da speculazioni e disattenzioni.