
Sul caso Silva – ex Safond Martini il 31 luglio con Europa Verde Veneto, esperti e comitati. Il progetto sotto accusa: fino a 480 veicoli pesanti al giorno, rischio per la falda più grande d’Europa e l’area Unesco di Villa Forni Cerato. Il portavoce De Il Veneto che vogliamo Cunegato: “Serve trasparenza, la salute non è negoziabile”

Si alza il livello della mobilitazione contro il progetto dell’impianto per rifiuti pericolosi di Silva Srl a Montecchio Precalcino. Oggi, giovedì 31 luglio 2025, alle 20:30, a Vicenza (via Antonio Turra 70, Sala Conferenze), si terrà l’assemblea pubblica promossa da Europa Verde Veneto, la prima interamente dedicata al “Caso Silva”, con la partecipazione di esperti, rappresentanti istituzionali e cittadini. Sarà l’occasione per il Comitato Tuteliamo la Salute di presentare ufficialmente la petizione europea rivolta alla Commissione UE per le Petizioni, con cui si chiede di valutare se l’autorizzazione dell’impianto sia in contrasto con le norme ambientali europee.

Tra i relatori: la vicepresidente della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo Cristina Guarda, il consigliere regionale di Europa Verde Renzo Masolo, il medico ISDE Vincenzo Cordiano, il giornalista d’inchiesta Marco Milioni, e Lorenzo Altissimo, già direttore del Centro Idrico di Novoledo. La serata sarà trasmessa in diretta Facebook. La petizione, come spiegano gli organizzatori, punta a evidenziare criticità sanitarie, ambientali e paesaggistiche in un’area che ospita la più grande falda acquifera d’Europa.
Non meno preoccupanti sono i dati emersi dal nuovo studio viabilistico presentato dalla stessa Silva lo scorso 14 luglio alla Provincia di Vicenza: rispetto al progetto originale, si prevede ora un transito giornaliero di quasi 500 veicoli aggiuntivi, tra leggeri e pesanti, con ricadute dirette su Montecchio Precalcino, Dueville, Villaverla e Novoledo. Particolarmente impattato il tratto davanti a Villa Forni Cerato, patrimonio Unesco. Le fasce orarie più critiche sarebbero quelle fra le 5 e le 7 del mattino e le 15 e le 17 del pomeriggio.

La denuncia del Comitato è ora anche al centro di un’interrogazione consiliare nel Comune di Montecchio Precalcino, presentata dal gruppo L’Astego, mentre si allarga il fronte politico contrario al progetto. Tra le voci più nette, quella del portavoce de Il Veneto che Vogliamo, Carlo Cunegato, che lancia un appello accorato: “Il poeta Zanzotto scriveva: «In questo progresso scorsoio non so se sono ingoiato o se ingoio». Un’immagine perfetta per descrivere il rischio di un modello che genera malessere più che benessere. Silva è una controllata del gruppo EcoEridania e propone un impianto per 32.000 tonnellate l’anno di rifiuti sanitari e 74.000 di sabbie di fonderia. Studi indipendenti come quelli del dott. Altissimo parlano di un possibile rischio di contaminazione della falda. Non possiamo permettere un altro disastro come quello dei Pfas.”
Cunegato denuncia l’opacità del procedimento autorizzativo: “Un impianto simile impatta direttamente non solo sulla provincia di Vicenza, ma su Padova e l’intero Veneto. Chiediamo trasparenza, coinvolgimento reale delle comunità locali e una VIA rigorosa, con monitoraggi preventivi su acqua, aria e suolo. La mancata attivazione delle aree di salvaguardia per l’acquedotto padovano e il coinvolgimento tardivo dei gestori idrici sono gravi mancanze. Per questo la nostra consigliera Elena Ostanel ha sottoscritto l’interrogazione di Masolo, ancora senza risposta.”
Il portavoce conclude con fermezza: “Il principio di precauzione deve prevalere. Non si può negoziare sulla salute dei cittadini né sacrificare la qualità della vita sull’altare del profitto industriale.”
L’assemblea del 31 luglio sull’ex Safond ora Silva si preannuncia, quindi, come uno snodo cruciale nella battaglia civica e istituzionale contro un progetto che, da Montecchio Precalcino, rischia di avere impatti su tutto il Veneto centrale.