Morti sul lavoro, a marzo il Veneto torna sotto la media nazionale, ma i numeri sono triplicati rispetto al 2024

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La copertina dell'indagine Vega sull'incidenza degli infortuni mortali sul lavoro a marzo 2025 in Veneto

Mentre si piange a Vicenza l’ennesima morte bianca, l’operaio di 58 anni morto ieri a Brendola, arrivano i dati dell’Osservatorio Vega sulla situazione italiana della mortalità sul lavoro aggiornati a fine marzo 2025: ebbene, il Veneto è secondo solo alla Lombardia per numero totale di morti sul lavoro, eppure l’incidenza di mortalità è al di sotto della media nazionale: la regione infatti si colloca in zona gialla. Situazione migliorata rispetto ai primi due mesi dell’anno (il Veneto era in zona arancione, ne abbiamo parlato qui), ma i numeri sono tremendi: nei primi 3 mesi dell’anno in Veneto si contano 21 morti sul lavoro, il triplo dello stesso periodo del 2024, in cui vi erano stati 7 decessi, con la regione in zona bianca, dove è rimasta per quasi tutto l’anno, tranne un mese in zona gialla a novembre. E se appunto lo scorso anno il Veneto era tra le regioni più “sicure”, quest’anno la situazione è critica. Secondo Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, le proiezioni dei dati assoluti di fine marzo non sono affatto confortanti e rendono sempre più evidenti le fragilità del sistema sicurezza sul lavoro in Veneto.

Il rischio di morte in Italia: 6 regioni in zona rossa, 5 in zona arancione

L’Osservatorio Vega elabora la suddivisione in zone in base a quanto si discostano dal numero medio di morti sul lavoro per milione di occupati in Italia, che è 6,3. Le regioni con un indice inferiore a 6,3 sono in zona bianca se l’incidenza è oltre – 25%, in zona gialla se entro – 25%. Le regioni con incidenza superiore sono in zona rossa se l’incidenza è superiore a +25% rispetto alla media nazionale, arancione se è fino a + 25%. A fine marzo in zona rossa ci sono Basilicata, Trentino-Alto Adige, Umbria, Abruzzo, Molise e Campania; in zona arancione Puglia, Calabria, Sicilia, Toscana e Liguria; in zona gialla Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giuliae – come anticipato – Veneto, e in zona bianca Marche, Lazio, Emilia-Romagna, Sardegna e Valle d’Aosta.

Il Veneto è entrato in zona gialla poiché a fine marzo l’indice è sceso a 5,8 morti per milione di occupati, ma mai come in questo caso si tratta solo di un dato statistico, perché i numeri sono spietati. Guardando alle singole province, Venezia si colloca addirittura in zona rossa con un indice di 10,9. In zona arancione sono Vicenza (7,7) e Padova (6,7), mentre le altre province sono in zona bianca: Verona (4,6), Treviso (2,5), Belluno e Rovigo (0,0).

I numeri del Veneto: cresciuti anche gli infortuni

Dei 21 decessi rilevati nel primo trimestre del 2025, 13 sono stati in occasione di lavoro (8 in più dello scorso anno) e 8 in itinere (6 in più del 2024).

A Padova la maglia nera per numero di vittime totali (6), seguita da Venezia e Vicenza (5), Verona (4) e da Treviso (1). Venezia guida la classifica delle vittime in occasione di lavoro (4), seguita da Padova e Vicenza (3), da Verona (2) e Treviso (1).

Alla fine di marzo 2025 risultano in lieve crescita anche le denunce di infortunio totali, aumentate rispetto alla fine di marzo del 2024 da 17.195 a 17.219. È la provincia di Padova a far rilevare il maggior numero di denunce totali di infortunio (3.446), seguita da: Verona (3.349), Vicenza (3.314), Treviso (3.122), Venezia (2.766), Belluno (702) e Rovigo (520).

I settori più colpiti e i dati per genere e nazionalità

Le Attività Manifatturiere sono ancora in cima alla graduatoria delle denunce di infortunio in occasione di lavoro (2.917), seguite da Costruzioni (997), Commercio (834), Trasporti e Magazzinaggio (808) e Sanità (755).

Sono 5.852 le denunce di infortunio delle donne lavoratrici (4.709 in occasione di lavoro) e 11.367 quelle degli uomini (10.116 in occasione di lavoro), mentre sono 2 le donne che hanno perso la vita: 1 in occasione di lavoro e 1 in itinere.

Le denunce dei lavoratori stranieri sono 4.190, di queste 3.559 quelle dei lavoratori stranieri registrate in occasione di lavoro. Sono 11 i lavoratori stranieri deceduti (su un totale di 21), 6 dei quali in occasione di lavoro.