Mostra del Cinema di Venezia, Baldin (M5S) e Brai (Rifondazione): tra propaganda leghista e silenzio sul genocidio a Gaza

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Mostra del cinema di Venezia
Mostra del cinema di Venezia

La Mostra del Cinema di Venezia 2025 si apre con due pesanti ombre: da un lato le polemiche sullo spazio gestito dalla Regione Veneto al Lido, accusato di essere diventato una vetrina politica della Lega a tre mesi dalle elezioni; dall’altro, l’appello del mondo del cinema e della cultura che chiede alla Biennale di fermarsi e prendere una posizione netta di fronte al genocidio in corso a Gaza.

Erika Baldin su inquinamento in Veneto
Erika Baldin, capogruppo M5S Consiglio regionale del Veneto

«Una Mostra a fosche tinte leghiste», denuncia la capogruppo del Movimento 5 Stelle, Erika Baldin, che accusa l’assessore alla Cultura Cristiano Corazzari di aver “concesso” lo spazio dell’Hotel Excelsior ai colleghi di partito per iniziative che suonano come anticipo di campagna elettorale. «Nessun spazio alle minoranze, ridotte all’osso persino le rappresentanze degli altri partiti del centrodestra – afferma –. Un contesto pubblico, sottratto al pluralismo e piegato agli appetiti elettorali». Baldin annuncia la richiesta di audizione urgente in VI Commissione consiliare, e chiede al Co.Re.Com di vigilare per garantire imparzialità nella comunicazione istituzionale regionale. «Zaia fissi finalmente la data del voto – conclude –: dopo la fine certa del suo terzo mandato non dovrebbe avere remore a comunicarla, magari coinvolgendo anche le opposizioni».

Parallelamente, si alza la voce del mondo del cinema e della cultura. Una Lettera aperta – subito condivisa dalle Giornate degli Autori e dalla Settimana della Critica – chiede alla Biennale di Venezia di “interrompere il flusso di indifferenza” e di prendere posizione contro lo sterminio del popolo palestinese. «Nessuno potrà dire “io non sapevo”. Il carico è troppo per continuare a vivere come prima. È tempo della responsabilità», si legge nel testo.

Stefania Brai, responsabile nazionale cultura Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea
Stefania Brai, responsabile nazionale cultura Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Durissimo il commento della responsabile nazionale cultura del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Stefania Brai:
«È vergognoso che il presidente della Biennale nominato dal governo Meloni, Pietrangelo Buttafuoco, si nasconda dietro una dichiarazione generica del suo ufficio stampa, parlando solo di “dialogo”, senza assumersi la responsabilità di una parola chiara. È se possibile ancora più vergognoso che il direttore della Mostra, Alberto Barbera, non ritenga necessario dire nulla, nemmeno alla sua coscienza, di fronte al genocidio in corso».

Rifondazione ricorda come nel 1974 la Biennale riformata affermasse la volontà di agire con «una chiara e netta scelta antifascista», contro i regimi oppressivi. «Di quella riforma non è rimasto nulla – accusa Brai –. Chi guida oggi la Biennale sembra dimenticare che l’arte è strumento di riflessione, resistenza e coscienza critica. È gravissimo che un’istituzione culturale pubblica non prenda posizione di fronte a uno sterminio. Come si disse allora “il Vietnam è tra noi”, oggi possiamo dire: la Palestina è tra noi».

Rifondazione ha già annunciato la propria adesione alla manifestazione del 30 agosto a Venezia, e il sostegno a tutte le iniziative promosse dai lavoratori del cinema e della cultura durante i giorni della Mostra.