
MESSINA (ITALPRESS) – Nel corso della diciannovesima edizione del SalinaDocFest, festival internazionale del documentario narrativo fondato e diretto da Giovanna Taviani, è stato presentato in un evento al Rapa Nui Resort di Santa Marina Salina il Manifesto – Lettera Aperta del SalinaDocFest “Il Cinema come Mestiere dell’Immaginario – per il Diritto di Cittadinanza allo Studio del Linguaggio cinematografico nelle Scuole”.
Nove i punti che compongono il Manifesto, promosso in collaborazione con G.B. Palumbo Editore, nato con il supporto fondamentale e le riflessioni del cineasta, critico e sceneggiatore Daniele Vicari, autore del libro Il cinema, l’immortale (Einaudi, 2022). Il Manifesto, scritto da Giovanna Taviani in collaborazione con un gruppo di critici e cineasti, promosso dal SalinaDocFest per affermare con forza il diritto allo studio del linguaggio cinematografico audiovisivo nelle scuole italiane, è disponibile per la sottoscrizione, una raccolta firme nazionale, attiva anche online attraverso la piattaforma Change.org e si pone come strumento culturale e politico per affrontare una delle urgenze educative più pressanti del nostro tempo: formare cittadini consapevoli attraverso l’alfabetizzazione all’immagine. Tra i primi firmatari del manifesto gli attori Jeremy Irons e Sinéad Cusack, recenti ospiti con Oliver Stone del SalinaDocFest 2025.
L’iniziativa, si legge in una nota, condivide alcune delle sue finalità con il Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola, promosso dal 2018 dal Mic – Ministero della Cultura, DG Cinema e Audiovisivo e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e previsto dalla Legge cinema 220/2016. Il Piano ogni anno destina circa 20 milioni di euro per progetti di educazione all’immagine nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, quali laboratori didattici, proiezioni in sala con approfondimenti tematici, ideazione e realizzazione di prodotti audiovisivi e percorsi di formazione per docenti.
Tra gli obiettivi prioritari del Piano, l’alfabetizzazione al linguaggio cinematografico, la lotta all’analfabetismo iconico, la comprensione critica del presente e la promozione di competenze tecniche e artistiche. Nelle scorse edizioni sono stati coinvolti 1,7 milioni di studenti, oltre 100 mila docenti e circa 10 mila plessi scolastici. Il SalinaDocFest lancia quindi una vera e propria sfida culturale decisiva per il nostro tempo: riconoscere il linguaggio audiovisivo come parte integrante dell’educazione scolastica. Impegnato nella promozione della cultura cinematografica e dell’educazione all’audiovisivo, il SalinaDocFest sostiene una proposta concreta per l’introduzione del linguaggio audiovisivo nel percorso scolastico di ogni ordine e grado.
“Il tema della crisi delle parole – sottolinea Giovanna Taviani – riguarda anche le immagini che, saturate, decontestualizzate, private di un referente hanno smesso di dirci qualcosa sul mondo in cui viviamo, non creano più empatia. Tutti parliamo il linguaggio delle immagini, ci navighiamo dentro, le produciamo. Eppure a scuola nessuno ci insegna la sua grammatica. Un vero e proprio paradosso: siamo analfabeti del linguaggio audiovisivo, ma è l’unico linguaggio che utilizziamo. Solo lo studio dell’immagine e delle sue potenzialità possono fare da bussola per le nuove generazioni e trasformare gli studenti in cittadini consapevoli, perché il cinema è lo strumento con cui i nostri ragazzi interpretano il mondo, costruiscono identità, esprimono emozioni e visioni”.
L’iniziativa si propone di rendere il cinema e il linguaggio audiovisivo un vero e proprio oggetto di insegnamento, promuovendone la dignità culturale, educativa e professionale. In questa direzione si muove il Manifesto per il diritto di cittadinanza del linguaggio audiovisivo, un appello pubblico a cui chiunque può aderire tramite una petizione online, con l’obiettivo di raccogliere il maggior numero di firme entro il 30 dicembre 2025, quando sarà inviata come Lettera Aperta al Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e al Ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
La proposta mira a introdurre la materia di insegnamento del linguaggio cinematografico audiovisivo nel curriculum scolastico. Il SalinaDocFest chiede, infatti, al Ministero dell’Istruzione e del Merito di introdurre la materia del linguaggio audiovisivo nei programmi ufficiali, riconoscendo il cinema come linguaggio educativo e mezzo di formazione culturale.
Promuovere il dialogo tra scuole e mondo del cinema: si propone una rete attiva tra le scuole e le realtà professionali del settore audiovisivo – festival, registi, autori, case di produzione – per offrire incontri, laboratori e percorsi formativi integrati. Offrire esperienze dirette e laboratori creativi, in particolare per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, si propongono laboratori di scrittura audiovisiva, analisi filmica, regia e montaggio, favorendo l’incontro diretto con i mestieri del cinema e con l’universo della narrazione visiva. Formare le nuove generazioni alla cittadinanza visiva: il progetto intende formare cittadini capaci di decifrare e usare criticamente i linguaggi digitali, contribuendo alla costruzione di una nuova alfabetizzazione visiva, fondamentale in una società dominata dall’immagine.
Da settembre 2025 il progetto sarà diffuso ufficialmente nelle scuole medie e superiori italiane grazie alla collaborazione con Palumbo Editore, punto di riferimento storico per la didattica nazionale, e con l’Assessorato regionale all’Istruzione della Regione Siciliana, con il quale il SDF ha avviato un dialogo istituzionale. In occasione del Convegno “Cinema e Scuola” di Palermo, che si tiene dal 24 al 26 settembre, Giovanna Taviani presenterà i primi risultati ottenuti e lancerà pubblicamente il percorso per rendere sistemica la presenza del linguaggio audiovisivo nella formazione scolastica.
Il Manifesto – proposta per l’introduzione del linguaggio audiovisivo nelle scuole italiane si esplicita in nove punti cardine. Obiettivo dichiarato è di educare gli studenti all’uso critico, consapevole e creativo delle immagini, fornendo loro strumenti per leggere il mondo contemporaneo.
1) Il tempo dell’immagine Viviamo nel tempo dell’immagine. Le nuove generazioni nascono e crescono immerse in un flusso costante di contenuti audiovisivi: video, film, serie, social media. L’immaginario collettivo si forma davanti a uno schermo. Eppure la scuola continua a ignorare sistematicamente il linguaggio delle immagini, come se non fosse parte integrante della nostra cultura e della nostra realtà. Questo scarto è diventato insostenibile.
2) Il Cinema come Linguaggio, non solo mercato Il cinema è da sempre una forma espressiva capace di costruire immaginari alternativi. Non si tratta solo di difendere la sala o l’esperienza collettiva della visione, ma di proteggere il cinema come linguaggio autonomo, in grado di interpretare il presente e di produrre visioni del possibile, anche e soprattutto in opposizione all’omologazione mediatica globale. La tecnologia cambia, ma l’urgenza espressiva di senso resta. Dobbiamo affermare che il cinema è cultura, conoscenza, gesto sociale e politico.
3) Il Diritto allo Studio del Linguaggio Audiovisivo Se nel passato alfabetizzarsi voleva dire imparare a leggere e scrivere parole, oggi essere cittadini consapevoli significa saper leggere, interpretare e creare immagini. L’alfabetizzazione visiva non è un lusso: è un diritto. Ed è tempo che la scuola italiana lo riconosca.
4) Un nuovo Immaginario per un’altra educazione Se lo stomaco tende a rigettare i cibi indigesti, gli occhi tendono a ripetere le immagini moleste: in un’epoca saturata da immagini, lo studio del linguaggio audiovisivo può diventare un atto di autodifesa culturale, un modo per decifrare, smontare, ricostruire. Il cinema, nella sua essenza poetica e artigianale, offre ai giovani non solo uno strumento per comprendere il mondo, ma anche per immaginarne uno nuovo.
5) Il Cinema come Mestiere dell’Immaginario La difesa del cinema non è solo difesa del “film”, ma del suo fare: scrivere, inquadrare, montare, musicare, sonorizzare, recitare, scenografare. Il mestiere del cinema vive nella pratica di chi accende la luce giusta, trova la nota perfetta, costruisce una scena credibile. È un lavoro collettivo, ma creativo; antico e modernissimo. E oggi, nel tempo dell’intelligenza artificiale e dell’autogenerazione delle immagini, è ancora più urgente preservare il capitale umano del cinema, le sue competenze, il suo valore formativo e simbolico.
6) Il documentarista come eroe del futuro In un’epoca in cui la fiction genera direttamente la realtà sostituendosi al referente e la regia a distanza rischia di cancellare l’esperienza effettiva del set cinematografico, il documentarista assume un nuovo ruolo centrale: è colui che cammina, incontra, osserva, racconta, riportando alla luce storie dimenticate, territori marginali, persone invisibili. Lontano dalla virtualità, restituisce realtà e ne fa esperienza condivisa.
7) Il documentario come Erlebnis Nella scuola il documentario ha un ruolo specifico e potente. Porta il mondo in classe, favorisce l’acquisizione di una grammatica affettiva dei sentimenti, attraverso temi come la sessualità, la fluidità di genere, la depressione, il rapporto padri e figli. In un sistema scolastico che ambisce a formare persone oltre che cittadini, il documentario si configura come strumento educativo privilegiato, capace di restituire ai giovani il senso della Erlebnis o “esperienza vissuta” (cit.Walter Benjamin)
8) Le Eolie come “Isole del Cinema” Il Manifesto SDF 2025 è un progetto che guarda lontano: fare delle Eolie, dove realizzarono i loro capolavori cineasti di fama mondiale come Rossellini, Antonioni, De Seta, i fratelli Taviani, e oggi Nolan per la sua nuova Odissea, un laboratorio permanente di cinema. Un luogo dove studiare e insegnare i mestieri del cinema, dove formare giovani provenienti da ogni parte del mondo, dove imparare a costruire miti e visioni.
9) Lettera Aperta con raccolta di firme di tutti i cittadini 8Data l’eterogeneità del mondo cinematografico italiano, più che un manifesto si propone una lettera aperta rivolta al Ministero dell’Istruzione e della Cultura, per chiedere il riconoscimento ufficiale del linguaggio audiovisivo come materia scolastica fondamentale. Una proposta che nasce da un’urgenza culturale, educativa e politica. Perché le immagini, se non le domini, ti dominano. E perché il cinema, oggi più che mai, deve tornare a essere una scuola di pensiero, di sogno e di libertà.
– Foto ufficio stampa SalinaDocFest –
(ITALPRESS)