
Nel nostro precedente articolo (“No Tav Vicenza, PRC: solidarietà ai 54 indagati per il Decreto Sicurezza”) abbiamo dato spazio alla posizione di Rifondazione Comunista, che ha espresso sostegno agli attivisti segnalati all’autorità giudiziaria per le manifestazioni dell’8 e del 12 luglio ai Ferrovieri evidenziando anche le critiche (pensiamo ancora lecite in questo Paese a democrazia ridotta) alle restrizioni alla libertà di manifestazione imposte dal predetto Decreto, pur non sapendo dalla nota della Questura se l’applicazione, nel caso dovuta, del decreto sia stata alla base dei provvedimenti presi.

Ora arriva in redazione la replica (versione integrale in fondo*, ndr) di Azione Vicenza, firmata dalla segretaria Francesca Carli, ex Italia dei Valori, che contesta duramente quella presa di posizione. Carli definisce “inaccettabile” trasformare la vicenda giudiziaria in una “battaglia ideologica” contro il Decreto Sicurezza, ovviamente, accusando PRC di delegittimare forze dell’ordine e magistratura, che, lo ribadiamo anche noi qui, non possono non applicare le leggi.
Pur riconoscendo il diritto costituzionale di manifestare, la segretaria sottolinea che questo non può tradursi in blocchi a opere autorizzate, disagi alla collettività o rischi per la sicurezza. Per Azione, bloccare sistematicamente ogni grande opera, questo ci sembra il suo vero argomento e non la disputa ideologica sul DS, significa condannare Vicenza e il Veneto “all’immobilismo e al declino”, mentre il vero ambientalismo passerebbe dal “rispetto delle regole” e da competenze tecniche applicate allo sviluppo infrastrutturale.
Senza con questo aprire a successivi botta e risposta, pubblichiamo, noi che non siamo “censori” delle libertà, il dissenso di Azione di Vicenza, la cui segretaria, giusto informarne i lettori pur non mettendo in dubbio l’indipendenza di opinione della signora Carli, prima docente e ora imprenditrice privata nel settore del Property Management, è la legittima consorte di un amministratore apicale di ICM, Impresa Costruzioni Maltauro, che fa parte del Consorzio Integra (col 90% delle quote alla sua fondazione nel 2019) e che dal consorzio Iricav Due acquisisce appalti.

Pubblicando estratti e nota integrale non possiamo, però, non rilevare — come premessa — che prima di esprimersi su episodi di questo tipo sarebbe opportuno che lei e il suo partito rileggano le norme del cosiddetto Decreto Sicurezza, di marca liberticida e di impronta chiaramente autoritaria, verificando se le manifestazioni incriminate abbiano realmente bloccato i cantieri. Solo così si può elaborare un’analisi politica completa e non parziale. C’è, peraltro, da dire come sia stato pubblico e proveniente da voci più autorevoli della sua il dissenso di Azione a livello nazionale che con l’on. Giulia Pastorello è stata molto chiara al riguardo: “Il DL sicurezza è sbagliato nel merito e nel metodo”.
Spiace anche constatare che, mentre Azione Vicenza si spende con decisione su questo fronte, non abbia dedicato la stessa energia (e le stesse “competenze tecniche” a cui accenna nella sua nota contro i No Tav, scritta da docente o imprenditrice o…?) nel denunciare i rischi per la salute della popolazione legati alla presenza di PFAS nelle acque di cantiere dell’AV-AC a Vicenza, tema su cui il sindaco — suo alleato politico e che ha inserito, di sicuro anche per meriti extra politici, nel Cda di Ipab dei Minori proprio la signora Carli— ha fornito risposte che riteniamo insufficienti e preoccupanti.
Il dibattito No Tav in città, dunque, si arricchisce di un nuovo capitolo: tra solidarietà agli indagati, difesa delle grandi opere e accuse di strumentalità politica, sullo sfondo rimane il nodo irrisolto della sicurezza ambientale, che dovrebbe unire — e non dividere — chi davvero ha a cuore il bene comune.
- Di seguito la nota integrale della signora Francesca Carli, segretaria di Azione Vicenza
In merito alle dichiarazioni di Rifondazione Comunista sul caso dei 56 No Tav segnalati all’autorità giudiziaria