
Anche gli studenti del Veneto sono scesi in piazza questa mattina in occasione della giornata nazionale di mobilitazione studentesca: ragazzi e ragazze di tutta la regione hanno manifestato e sfilato con lo slogan “Non fermerete il vento: student3 per il cambiamento”.
Gli studenti chiedono più attenzione ai reali bisogni della scuola e non credono al concetto del “premiare il merito”. Viola Carollo, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi del Veneto, lo dichiara con chiarezza: “Siamo stanchi della scuola del Governo Meloni, una scuola che esalta il “merito” ma ignora il benessere, le difficoltà e le differenze di chi la vive ogni giorno.”
Tante le questioni sulle quali gli studenti continuano a manifestare perplessità e preoccupazione, innanzitutto riguardo la didattica e la possibilità di confrontarsi su temi attuali: “Siamo stanchi – aggiunge infatti Carollo – di una scuola che rifiuta l’educazione sessuale e affettiva, che non è sicura per le persone LGBTQIA+, che scoraggia il pensiero critico e considera pericoloso discutere ciò che accade nel mondo, incluso il genocidio che si sta consumando in Palestina. Abbiamo bisogno di educazione sessuoaffettiva in ogni scuola di ordine e grado, solo dalle scuole possiamo far partire un reale cambiamento per il problema strutturale della violenza di genere”.
E non è solo una questione di che cosa e come insegnare, in troppi casi c’è il problema del “dove”: “I nostri istituti presentano gravi problemi strutturali — infiltrazioni, aule sovraffollate, scarsa accessibilità, bagni non funzionanti, tetti che crollano — ma il Governo sceglie di investire altrove. Riteniamo inaccettabile l’impegno a portare le spese militari fino al 5% del PIL nei prossimi anni, soprattutto considerando che l’Italia è tra i Paesi europei che meno investono in scuola e università. Vogliamo il 5% del PIL per l’istruzione, non per la guerra”.
In Veneto, ricorda ancora la coordinatrice degli Studenti Medi, andare a scuola è una corsa ad ostacoli, con trasporti pubblici insufficienti, con abbonamenti e costi insostenibili, che superano facilmente centinaia di euro a famiglia, il caroscuola in aumento, dai libri alle gite fino ai materiali scolastici essenziali e l’edilizia scolastica inadeguata, con strutture che non garantiscono sicurezza né accessibilità.
Una scuola non per tutti. Per questo gli studenti sono scesi in piazza: “Finché non verremo ascoltati – conclude Carollo – continueremo a farci sentire, nelle piazze, nelle scuole, ovunque. Non fermerete il vento.”



































