Nordio a lezione da ministro: Meloni lo “condanna” a ergastolo (ostativo). L’altro veneto Zanettin: modifiche future

1412
Meloni condanna Nordio all’ergastolo (da Il Fatto quotidiano del 30 ottobre 2022)
Meloni condanna Nordio all’ergastolo (da Il Fatto quotidiano del 30 ottobre 2022)

Carlo Nordio, magistrato trevigiano dal 1977,  ora è in pensione come… “Ministro della Giustizia” del governo Meloni dopo i suoi vecchi anatemi contro i magistrati in politica, che fossero in attività o in quiescenza.

Tutti possono cambiare idea, e talvolta è utile che lo facciano per “servire lo Stato” (“Come sarà il Nordio alla Giustizia?“, uno degli articoli su ViPiù di un altro magistrato, Giovanni Schiavon, tra l’altro già presidente del tribunale di Treviso), ma ora l’ex procuratore aggiunto di Venezia, comincia a fare i conti con i compromessi cui la politica obbliga anche chi gli ordini era abituato a darli e non a subirli.

Meloni condanna Nordio all’ergastolo, Il Fatto Quotidiano del 30 ottobre 2022
Meloni condanna Nordio all’ergastolo, Il Fatto Quotidiano del 30 ottobre 2022

Ne scrive oggi Giacomo Salvini su Il Fatto Quotidiano, che dedica addirittura la prima pagina, con tanto di foto centrale emblematica, al provvedimento che dovrebbe varare il CdM odierno per ovviare ai rilievi della Corte Costituzionale, condivisi da tempo dall’attuale ministro alla Giustizia, sul cosiddetto “Ergastolo ostativo”, cioè sull’impossibilità, per i condannati per mafia e terrorismo, all’ergastolo di poter accedere ai benefici di legge nel caso in cui non collaborino con la giustizia.

Se Carlo Nordio da “libero” magistrato aveva definito, d’accordo con la Corte Costituzionale, questa impossibilità “un’eresia costituzionale”, e se il termine ultimo imposto dalla Consulta per mettere mano alla legge relativa era ed è l’8 novembre, «il rischio del “liberi tutti” – scrive Il Fatto – per i boss mafiosi Giorgia Meloni non poteva sopportarlo… Eppure, nel frattempo, le Camere non sono riuscite a portare in fondo una legge. Ci penserà domani il governo Meloni: il primo decreto che sarà approvato nel Consiglio dei ministri delle 12 servirà proprio a “salvare” l’ergastolo ostativo prima della decisione della Consulta. Strumento che, spiegano fonti di Palazzo Chigi, “è considerato essenziale nel contrasto alla criminalità organizzata”… Una norma dietro cui si cela una prima spaccatura tra Fratelli d’Italia e il ministro della Giustizia, Carlo Nordio…».

«Il decreto – continua Il Fatto – ricalcherà esattamente la legge approvata a marzo alla Camera e ferma al Senato: un testo votato da quasi tutta la maggioranza Draghi con l’astensione di FdI, che è stata considerata da tutti i partiti “un punto di equilibrio”… Quello approvato nel marzo 2022 dalla Camera è un testo di compromesso che aveva unificato quelli di Pd, M5S, Lega e FdI. La nuova legge interviene sull’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario e prevede che la mancata collaborazione coi magistrati non sia più elemento “ostativo” per chiedere i benefici, ma il detenuto, anche se non “pentito”, dovrà dimostrare di aver rotto completamente i legami con i clan mafiosi e di aver risarcito il danno nei confronti delle vittime… Ora quella norma sarà trasformata in un decreto. A volerlo fortemente è stata Meloni, che ha fatto asse con il responsabile Giustizia di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro…. Posizione in contrasto con quella di Nordio: il ministro della Giustizia, nell’ultimo libro di Claudio Cerasa, ha definito l’ergastolo ostativo “un’eresia contraria alla Costituzione” e poi ha annunciato che il carcere è la sua “priorità” e che la certezza della pena “non significa solo carcere”. Il contrasto col proprio ministro della Giustizia è evidente anche se da FdI specificano che la norma è stata “condivisa” con Nordio… La sua vice capo di gabinetto, Giusi Bartolozzi, era in Parlamento nella scorsa legislatura e si era espressa contrariamente alla norma. Il Guardasigilli ieri non ha risposto al Fatto ma, spiegano fonti di governo, non potrà che dire sì al decreto…»

Se la Lega esulta Forza Italia «voterà sì anche se con qualche dubbio – conclude Il Fatto – . “Va bene se serve come soluzione temporanea – spiega l’ex capogruppo in commissione Giustizia azzurro Pierantonio Zanettin (anche lui veneto, avvocato di Vicenza, parlamentare per la quinta volta come senatore e… più navigato di Nordio in politica, ndr) – poi faremo modifiche in senso più garantista”».