Officina Stellare e Global Aerospace Technologies Investments: il nuovo polo italiano dell’aerospazio a discapito del “ripudiare la guerra” 

A Vicenza nasce un nuovo polo per l’aerospazio e la difesa, ma la corsa europea al riarmo solleva ancora domande su chi ne trarrà davvero beneficio.

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Officina Stellare

L’unione tra Officina Stellare e Global Aerospace Technologies crea un nuovo protagonista nella corsa europea al riarmo e alla sovranità tecnologica, a Vicenza. Officina Stellare, società vicentina quotata su Euronext Growth Milan e specializzata in strumenti opto-meccanici avanzati per applicazioni aerospaziali, scientifiche e di difesa e Global Aerospace Technologies Group (GATG), holding controllata dal fondo Investindustrial, hanno approvato un’operazione di integrazione strategica finalizzata a costituire un polo industriale italiano integrato per l’aerospazio e la difesa, capace di competere sui mercati internazionali. In sostanza, l’investitore Global Aerospace Technologies Investments deterrà circa il 57,5% del capitale della nuova Officina Stellare, gli azionisti storici manterranno il 25,4% e il restante 17,1% rimarrà flottante sul mercato. Questa è tecnicamente un’operazione di reverse take-over, con GATG che, pur venendo incorporata, diventa l’azionista di controllo della società quotata.

Le aziende coinvolte

GATG controlla il gruppo Logic, azienda lombarda con oltre 60 anni di storia e 270 dipendenti, leader nella progettazione di sistemi elettronici per aeronautica e spazio. Recentemente ha acquisito anche parte delle attività di Sitep Italia, attiva nei sistemi elettronici per la difesa navale, con 13 milioni di ricavi e 87 dipendenti. Officina Stellare, invece, è nota a livello internazionale per la produzione di telescopi, sistemi di tracking e ottiche per satelliti e strumenti di difesa. I dati pro-forma del nuovo gruppo indicano un valore della produzione di 76 milioni di euro nel 2024, 37 milioni nel primo semestre 2025 e un portafoglio ordini che a giugno sfiora i 150 milioni. Numeri che delineano la nascita di un player di rilievo nel panorama dell’aerospazio italiano.

L’obiettivo dell’operazione…

L’obiettivo dichiarato è costruire un polo “solido e competitivo, capace di crescere in modo sostenibile sui mercati nazionali e internazionali”. Secondo Andrea Bonomi, presidente dell’Industrial Advisory Board di Investindustrial, l’integrazione si inserisce nelle priorità strategiche europee e punta ad accelerare lo sviluppo di tecnologie chiave per la difesa e lo spazio. Per Giovanni Dal Lago, presidente esecutivo di Officina Stellare, la partnership “rafforzerà la posizione dell’azienda in Italia e all’estero”, mentre Alessandro Franzoni, ceo di GATG, parla di “un passo strategico per valorizzare le eccellenze e generare sinergie importanti”.

…e i suoi costi non economici 

Nel momento in cui i grandi player come Leonardo, Airbus e Thales Alenia stringono alleanze per consolidare la filiera, nel momento in cui interi Paesi, come la Germania, investono nella rimilitarizzazione, anche Vicenza si pone al centro di questa nuova corsa alle armi. Ma a ben guardare, funziona davvero? Il principio per cui se il tuo vicino corre agli armamenti devi correre agli armamenti anche tu, di sicuro ha solo che il tuo vicino aumenterà ancora di più la spesa militare, in un circolo vizioso che aumenta solo la tensione tra le parti.

Forse è ingenuo pensare che la pace costruita in Europa negli ultimi 80 anni possa continuare senza avere effettivamente un progetto comune per la difesa, soprattutto alla luce delle nuove sfide geopolitiche vicine e lontane. Tuttavia, fa specie pensare che anche il ricco tessuto vicentino, così pieno di aziende importanti che guidano tanti e diversificati comparti dell’economia, crescano e prosperino sulla difesa e sulla vendita di armi. Alla fine, tutta questa corsa agli armamenti e questa nuova narrazione, arrivata nel dibattito pubblico dall’invasione Russa in Ucraina, ha degli evidenti vincitori: le aziende. Verrebbe da chiedersi cosa ci guadagnino le persone, inserite in un contesto politico e mediatico che esacerba le narrazioni sensazionalistiche e di pericolo, ma anche di positività per la crescita economica legata agli investimenti per la difesa. Ma quanto si può davvero sperare di diventare ricchi per la guerra?