Operaio morto a Brendola, le reazioni dei politici tra cordoglio e allarme sicurezza sul lavoro

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Ha suscitato profondo dolore la tragedia avvenuta questa mattina nella ditta Aristoncavi di Brendola, dove un operaio di 58 anni è morto per un incidente sul lavoro. Diversi esponenti politici vicentini hanno manifestato il loro cordoglio per la vittima, commentando l’assurdità di una tragedia che purtroppo va ad aggiungersi ad una drammatica conta delle morti bianche che quest’anno – in particolare per il Veneto e il Vicentino – ha numeri da strage. L’impegno per la sicurezza nei luoghi di lavoro, si ribadisce in ogni commento, deve essere prioritario a tutti i livelli.

Filippin (PD): «Rafforziamo l’impegno per la sicurezza dei lavoratori»

L’onorevole Rosanna Filippin, deputata del Partito Democratico, ha espresso la sua vicinanza alla famiglia dell’operaio morto a Brendola, agli amici e ai colleghi colpiti dalla tragedia. «Andare a lavorare – ha dichiarato – non dovrebbe mai significare mettere a rischio la propria vita. Il nostro Paese è fondato sul lavoro, ma il lavoro deve poggiare sulla tutela della persona, della salute e della dignità. Continuerò a impegnarmi con determinazione affinché la sicurezza nei luoghi di lavoro diventi una priorità concreta e costante. Dobbiamo fare tutto il possibile perché simili tragedie non si ripetano più.»

Giovine (FdI): “L’impegno per la sicurezza c’è, ma occorre fare di più”

Anche il deputato di Fratelli d’Italia Silvio Giovine ha manifestato «Cordoglio per la morte dell’operaio di 58 anni della ditta Aristoncavi di Brendola, deceduto dopo essere scivolato da una scala sulla quale era salito per operazioni di manutenzione. Alla famiglia la mia totale vicinanza in questo terribile momento. Il pensiero anche all’azienda, riconosciuta per l’attenzione in tema di sicurezza. L’impegno in tema di sicurezza sul lavoro è tanto, ma tanto serve ancora fare partendo dalla prevenzione e in particolare dalla diffusione della cultura della sicurezza, soprattutto tra i più giovani».

Luisetto, Gruppo regionale Pd: “Nel 2025 uno strazio senza sosta”.

La consigliera regionale vicentina del Pd, Chiara Luisetto, è intervenuta a nome del gruppo dem, commentando l’incidente mortale. Oltre al profondo strazio per la morte dell’operaio, Luisetto punta l’attenzione sul dramma delle morti sul lavoro nella regione: «Proprio nei giorni scorsi i numeri per il Veneto parlavano chiaro: nei primi due mesi del 2025, si sono contate già 15 vittime di incidenti mortali e oltre 10.793 denunce di infortuni sul lavoro. Numeri addirittura in crescita rispetto al 2024, in un abisso che pare non avere mai fine».

PRC di Vicenza: “Anche oggi un uomo non tornerà a casa ad abbracciare i suoi cari. Fermiamo questa strage”

È colmo di rabbia e dolore il comunicato del Partito della Rifondazione Comunista di Vicenza, a firma di Marco Orlandi, responsabile lavoro PRC provinciale e della segretaria del PRC Provinciale Silvia Stocchetti.

«Anche oggi – si legge nel comunicato – l’ennesima morte sul lavoro: è accaduto in una azienda di Brendola. Un uomo di 58 anni è stato ucciso e non tornerà più ad abbracciare i propri cari. Scriviamo “è stato ucciso” perché, dalle poche parole scritte nei giornali online la dinamica dell’incidente fa molto pensare a mancanza di sicurezza; come è possibile che accada ciò che qualche giornale scrive e cioè: “… L’uomo sarebbe stato “risucchiato” da un macchinario, perdendo la vita all’istante. Secondo una prima ricostruzione dell’incidente, l’uomo sarebbe caduto nei pressi dell’apparecchiatura dopo aver perso l’equilibrio. Un ingranaggio lo avrebbe trascinato per un braccio. Com’è possibile che un operaio salga una scala posta vicina ad un macchinario che potrebbe intrappolarti? Crediamo che si debba indagare a fondo.»

Gli esponenti del PRC poi tornano sulla situazione generale della sicurezza sul lavoro, o meglio della sua mancanza: «I morti sul lavoro aumentano più dell’occupazione e dall’inizio del 2025 sono già oltre due al giorno. Chiediamo con forza che su questo fronte convergano gli sforzi da parte del governo per prevenire gli incidenti: il governo deve impegnare fondi in questo senso, aumentare gli ispettori, dare risorse per corsi e per controlli. Invece di investire denaro pubblico per l’aumento delle spese militari si investano per diminuire, cancellare le morti di lavoratori e lavoratrici. La vera guerra in corso è quella sui luoghi di lavoro ed è una strage infinita alla quale non dobbiamo rassegnarci.»

In conclusione, l’invito a partecipare al referendum di giugno: «Cominciamo a dare un segnale facendo una cosa tra le altre: andando a votare i 5 referendum dell’8 e 9 giugno, tra questi c’è n’è uno in particolare che riguarda la responsabilità delle aziende in materia di sicurezza sul lavoro. Comunque serve un vero piano nazionale per questo gravissimo problema che parta dal potenziamento dei controlli con l’assunzione di tutti gli ispettori che servono, all’aumento delle sanzioni per le aziende che mettono la sicurezza di chi lavora all’ultimo posto e con l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro a carico dei responsabili aziendali.»