Pace, tante iniziative per chiederla e sostenerla. Ma come trovare la pace dentro di noi e nei rapporti con gli altri?

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Bandiera della pace
Bandiera della pace

Il 21 settembre è la Giornata Internazionale della Pace, mai come quest’anno una ricorrenza che va ricordata e sostenuta, pensando a tutte le guerre in corso nel mondo, anche molto vicino alla nostra Italia. Ma oltre alla pace tra popoli, o meglio tra leader, perché i popoli di fare la guerra non hanno alcuna voglia, è importante trovare anche la pace interiore. Ce ne parla la psicologa Sabrina Germi.

La pace è frutto di un processo che riguarda l’equilibrio degli individui, la qualità delle relazioni, la tenuta delle comunità e la coesione della società.

La storia dell’umanità, nel passato e nella contemporaneità, è trapuntata da conflitti: dall’Ucraina alla Palestina, dal Myanmar allo Yemen, così come quella degli individui: si inizia alla nascita con il travaglio, la fatica di venire al mondo,  e si dispiegano nella vita: la “fase del no” che attraversano i bambini intorno ai 2-3, la fase adolescenziale con il conflitto genitori-figli, fino all’ultimo conflitto, l’agonia, quando c’è, dove si combatte l’ultima battaglia tra vita e morte. E in mezzo ci sono i conflitti che accompagnano la vita di tutte le persone, in azienda, in coppia, in famiglia e tra amici.

I conflitti sono inevitabili, è necessario saperli riconoscere, imparare a gestirli e mediarli in chiave positiva.

Tu quali conflitti ti trovi a vivere?

Il conflitto interpersonale che nasce dalla presenza di forze opposte o obiettivi divergenti tra te e qualcun’altro o più persone o il conflitto intrapersonale che si manifesta all’interno di te stesso, come un disaccordo tra bisogni, desideri o doveri contrastanti?

Se sperimenti situazioni conflittuali probabilmente ti trovi a provare emozioni, per così dire fastidiose, poco piacevoli, come la rabbia, la paura, l’impotenza.

Questa emozioni hanno delle ripercussioni psicologiche, generano tensione, ansia e stress, paura, panico, preoccupazione, frustrazione, fino all’usurante ruminazione mentale, ma ha anche delle conseguenze sul piano fisico, come nausea, dolore allo stomaco, muscoli paralizzati, insonnia,…

Come gestisci le tue emozioni?

Per scoprirlo ti propongo una sorta di test per una maggiore consapevolezza sulle tue difficoltà o al contrario sulle tue capacità.

  1. Problemi di comunicazione che possono portare a risentimenti e rabbia. Quando ti relazioni ascolti attentamente il tuo interlocutore o mentre ascolti pensi già alla risposta da dare? Il tuo linguaggio verbale è coerente con il linguaggio non verbale o esprime altro? I tuoi bisogni e desideri riesci sempre a comunicarli o eviti, per paura o perchè ritieni che l’altro, spesso il tuo partner dovrebbe capire, comprendere o sapere?

  1. Difficoltà nella gestione dei conflitti che possono portarti ad un accumulare tensione e rabbia. Quando sei in relazione eviti il conflitto per paura di andare in escalation o ti svicoli per paura di affrontare un litigio? Quando parli con l’altro cerchi di capire anche il suo punto di vista o di imporre le tue idee?

  1. Difficoltà nel porre confini che può crearti frustrazione e allontanare le persone. Tendi ad essere accondiscendente, accomodante sovraccaricandoti di impegni e responsabilità, per la paura del rifiuto o riesci a dire “No” correndo il rischio che l’altra persona rimanga delusa? Cerchi costantemente l’approvazione dagli altri o riesci a mettere confini chiari?

  1. Paura dell’intimità e dell’abbandono che possono causare dolore e insoddisfazione nel lungo tempo. Il timore di essere vulnerabile ti porta ad evitare legami profondi o riesci a creare legami intimi ed a mantenerli nel tempo? La paura di perdere l’altro ti porta ad assumere atteggiamenti di controllo, evitamento o dipendenza emotiva o riesci a fidarti e ad essere indipendente dall’altro, in particolare dal tuo partner?

Qual è la chiave per comunicare e usare bene le parole?

La chiave sta nell’essere consapevoli dei tuoi successi e dei tuoi fallimenti, delle strategie che tu metti in atto ogni qualvolta ti relazioni con te stesso, gli altri e il mondo, per capire se la realtà la sai gestire o la subisci. Per farlo puoi provare a tenere un “diario” dove annoti gli eventi relazionali della tua vita, non solo per raccontarli, ma per interrogarli attivamente. Quella relazione o quel litigio cosa mi hanno insegnato? Come ho reagito? Quali strategie/soluzioni ho messo in atto?

Come disse un ex Presidente degli Stati Uniti, G. Rudolph Ford Jr: “se tornassi indietro nei miei studi mi concentrerei esclusivamente su 2 aspetti: imparare a scrivere e a parlare in pubblico. Niente nella vita è più importante dell’abilità di comunicare in maniera efficace”.

Se voi migliorare la tua comunicazione, sul lavoro o nella vita privata, ti suggerisco di iniziare a tenere un “diario”, nel quale raccogliere ciò che di strano, curioso, faticoso ti capita nelle tue relazioni, ricordando che “ogni giorno in cui non abbiamo migliorato noi stessi è un giorno perduto”, questo scrive Lao Tzu il maestro del Taoismo e mai dovremmo dimenticarcelo.

Raccontami la tua esperienza nei commenti.

Bibliografia

Nardone G. (2013) Psicotrappole. Ovvero la sofferenza che ci costruiamo da soli: imparare a riconoscerle e a combatterle. Milano. Ponte alle Grazie