Oltre 2000 a Vicenza alla marcia anti guerre e anti festival che i quotidiani locali hanno ghettizzato: volevano “MORE BASES MORE WARS”?

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Testa della marcia No more bases no more wars, Non è amicizia è occupazione
Testa del corteo No more bases no more wars, Non è amicizia è occupazione

É appena partita alle 16.40, dopo il raduno a piazza Castello, la marcia verso la caserma Renato Del Din nell’area dell’ex storico aeroporto Tommaso Dal Molin, autorizzata dalla Questura che l’ha serenamente concordata con i suoi organizzatori, tra cui, una per tutti, Marta Passarin, per esprimere le aspirazioni pacifiste e antimilitariste di Vicenza con slogan predominanti come quello identificativo del corteo “No MORE BASES NO MORE WARS”?” e quello anti festival “Non è amicizia, è occupazione” (primo lancio e poi a stasera per la cronaca complessiva)

Aggiornamento alle 18.30, ora in cui si conclude la marcia al supermercaxto di Viale Trento.

Le valutazioni dei partecipanti variano dai 1.500 della Digos a piazza Castello fino ai 2500 finali con aumento durante il percorso come comunicato da organizzatori a fine corteo: numeri, in ogni caso, mai registrati a Vicenza negli ultimi anni. Merito di Possamai & Bulgarini?

A sx Marta Passarin con altri organizzatori del corteo pacifista
A sx Marta Passarin con altri organizzatori del corteo pacifista

La città, “occupata” da due basi USA, così vuole manifestare contro il genocidio di Gaza, solidarizzare con la Global Sumud Flotilla che naviga per portare aiuti umanitari in quell’area e protestare contro l’Italia-America Friendship Festival, che, con la copertura di intenti culturali e di… finanziamenti senza trasparenza di un mondo militare, e para filo militare, celebra i 70 anni della prima base, poi raddoppiata nonostante l’enorme opposizione del popolo variegato e maggioritario, all’epoca almeno, identificato con lo slogan No Dal Molin.

Uno striscione in marcia contro l'Italia-Friendship Festival
Uno striscione contro l’Italia-Friendship Festival

Si possono o meno condividere queste finalità, pro o contro la politica degli Usa e non degli americani come popolo (chi scrive ha felicemente figli e nipoti lì e tante volte dal 1985 in poi ci è andato per lavoro), ma leggendo quanto, pochissimo, scritto sui due quotidiani locali e soprattutto su quello che nella sua testata usa il nome di Vicenza si capisce perché stanno estinguendosi come “dinosauri dell’informazione”.

Giro della Ruetta, si parte
Giro della Ruetta, si parte

A promuovere e a partecipare alla marcia sono una serie di associazioni e partiti (tra cui ANPI, ARCI, CGIL, Legambiente) ma nelle righe (136 parole in tutto rispetto ai paginoni sul festival con relativi spazi pubblicitari e para-pubblicitari presenti da giorni e giorni) del Giornale di Vicenza chi, salvo provocatori indesiderati, marcerà pacificamente (in una giornata non proprio climaticamente favorevole e con il concomitante molto più leggero e meno impegnativo evento del Giro della Ruetta, che va in diretta TV…A, come è giusto sempre che qualche telecamera segua anche la marcia per la pace) è associato al “famigerato” centro sociale Bocciodromo, facile da evocare, a torto o a ragione, per scoraggiare a partecipare visto che ci sono quelli che partecipano… troppo..

Non è da meno il lancio della marcia in prima pagina del Corriere del Veneto edizione di Vicenza (sul foglio degli industriali neanche c’è, lì dominano i festivalieri) che associa i “marcianti per la pace” agli “antagonisti” e alla “sinistra Radicale”, che, in effetti, con Rifondazione Comunista Vicenza, alla cui guida in città c’è l’ing. Enrico Zogli, e col PCI di Vicenza, il cui responsabile è l’ing. Giorgio Langerlla, ha aderito alle motivazioni della protesta, ma che chi scrive non se la sente di associare stavolta all’attributo “radicale”, che, nell’immaginario collettivo, richiama paura di incidenti e chissà cosa.

Striscione contro l'Italia in guerra
Striscione contro l’Italia in guerra

Non a caso i due quotidiani scrivono che la questura ha predisposto un corposo servizio di ordine pubblico per evitare disordini” e il CorVeneto, a caccia di lettori, rincara la dose  col suo annuncio: “mobilitate le forze dell’ordine”.

Per completare il quadro della “disinformazia” cittadina (poche righe sul GdV per un problema sentito non da pochi ma che bisogna volere e poter capire) a cui si aggiunge la “deformazia”, per cui oggi chi sfilerà sarà brutto e, soprattutto, ”cattivo” (anche se ci sono papà, mamme e bambini), sul CorVeneto, che per lo meno ne scrive un po’ di più,  si sottolinea che ci sono state “già ieri pomeriggio alcune proteste (con un presidio promosso dai Cobas davanti la sede di Confindustria)…”.

Un cartello sulla vera amicizia
Un cartello sulla vera amicizia

E sempre il Corriere afferma, sulla base di quali informazioni non si sa, anche se magari gli organizzatori dell’antifestival lo possono sperare, pur volando basso nelle loro riunioni, che “per l’occasione sono attese centinaia di persone da tutto il Nordest, compresi coloro che soltanto due settimane fa si trovavano (in massa) al Lido di Venezia in solidarietà alla causa palestinese, oggi mosse dal dissenso nei confronti della scelta dell’amministrazione comunale berica di ospitare il festival”.

Spinge il corteo di Vicenza la... Palestina
Spinge il corteo di Vicenza la… Palestina

Seguiremo con le nostre “povere” risorse ma con la maggiore attenzione possibile la marcia, volontaria, all’insegna dello slogan “NO MORE BASES NO MORE WARS” a Vicenza.

E, perché no?, seguiremo con simpatia anche chi ha scelto, sempre all’aperto, di godersi, volontariamente, la Ruetta… e, con minor simpatia, siamo sinceri, ma con cura cronachistica (si chiama stampa libera), chi se ne sta al chiuso degli edifici messi a disposizione, gratuitamente dal Comune a guida Possamai, del festival organizzato dal suo consigliere Bulgarini d’Elci.

Un commento social su Jacopo Bulgarini d'Elci che parla all'inaugurazione del suo Italia-America Friendship Festival
Un commento social su Jacopo Bulgarini d’Elci che parla all’inaugurazione del suo Italia-America Friendship Festival

Volontario, anche lui, per i rapporti con la comunità USA a Vicenza, ma che, con un geniale coup de théâtre, lui è un genio (qui il suo parziale curriculum evolutivo, ndr), rientra… delle spese, non si sa come e per quanto, anche se saranno briciole rispetto al business armaiolo a cui sottende il tutto, grazie anche alla NIAF, promotrice di amicizia e cultura italo americana ma anche “madrina” principale dell’evento gradito a chi produce armi (leggere anche l’introduzione di “America sorella?”, il libro di Emilio Franzina), al Polo Marconi e tante belle ditte non proprio pacifiste, organizzando (senza conflitto d’interessi e, verrebbe da chiedergli, senza pudore?) l’Italia-America Friendship Festival…

P.S. 1 Qualche esponente dell’amministrazione comunale, visto che anche ieri davanti agli ufficiali USA, Giacomo Possamai ha ribadito la vicinanza a chi oggi è annientato anche da armi nsotre… “amiche”, si sarà degnato di sfilarsi dal giro della Ruetta, guidato dal sindaco con la fascia tricolore, anche questo giustamente, per andare a rappresentare primo cittadino e sentimenti di buona parte di Vicenza nell’altra marcia, quella per la pace?

Donald Trump e Giacomo Possamai, un manifesto satirico: dopo l'Italia-Friendship Festival chissà che l'amicizia non sfoci in "amore"?
Donald Trump e Giacomo Possamai, un manifesto satirico: dopo l’Italia-Friendship Festival chissà che l’amicizia non sfoci in “amore”?
Marcia apcifista a Vicenza, "quadro" su rischio radiazioni per possibili depositi USA di ordigni nucleari nel Vicentino
“Quadro” su rischio radiazioni per possibili depositi USA di ordigni nucleari nel Vicentino

P.S. Primo commento che ci arriva in tempo reale da un cittadino, che, invece, si è diviso per quello che poteva tra giro e marcia: “questo sindaco ha fatto il miracolo. Far riempire le strade di Vicenza da migliaia di dimostranti, famiglie, mamme con bambini sui passeggini nel 2025, la gente comune. Come tanti anni fa per la mobilitazione contro la seconda base militare Dal Molin…