Pedemontana Veneta, Enrico Cappelletti (M5S): “Le bugie di Salvini smascherate. Ora risponda”

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Enrico Cappelletti

Tornano d’attualità i conti della Pedemontana Veneta, che non tornano, e le parole a riguardo dell’impiego di risorse pubbliche del ministro delle Infrastrutture, il leghista Matteo Salvini. In merito, si segnala un duro intervento del parlamentare veneto Enrico Cappelletti, del Gruppo Movimento 5 Stelle, membro della Commissione Industria alla Camera dei Deputati.

Salvini che “non aiuta – dichiara – a chiarirli tanto da indurci a richiamarlo nuovamente a rispondere ad un’interrogazione in Parlamento per conoscere quale sia la verità sulla gestione delle risorse della Concessioni autostradali venete (Cav) e del loro impiego per la Pedemontana Veneta”.

Nei giorni scorsi proprio Cappelletti aveva interrogato Salvini che, alla Camera, aveva riferito che al di là ‘delle illazioni giornalistiche, dal punto di vista tecnico, l’ipotesi che gli utili di Cav finiscano alla Pedemontana non è realizzabile”.

“Un falso – accusa il deputato pentastellato – clamorosamente smentito solo pochi giorni dopo da un quotidiano del Veneto secondo il quale il Ministero presieduto da Salvini avrebbe già autorizzato la Regione all’impiego delle risorse economiche generate dalla gestione del Passante di Mestre, per “garantire la disponibilità‘ della Pedemontana.

Impiego di risorse – prosegue Cappelletti – che la Regione ha chiesto non solo per l’anno 2024 ma anche per il 2025 e il 2026. Somme che sarebbero state inserite come entrate già nella variazione di bilancio previsionale della regione del Veneto col via libera del Ministero delle Infrastrutture, contrariamente a quanto invece sostenuto da Salvini.

Ora, è opportuno che il Ministro faccia chiarezza rispetto a quale sia la procedura corretta nel rispetto delle norme e se verrà confermato anche per gli anni 2025 e 2026 l’impiego di ulteriori risorse per sostenere il buco gigantesco di Pedemontana Veneta“.

Enrico Cappelletti conclude: “Ricordiamo che i costi per la realizzazione dell’opera sono lievitati da 800 milioni (secondo le previsioni indicate dalla Corte dei Conti) ad oltre 13 miliardi di euro, che i cittadini del Veneto dovranno ripagare fino all’ultimo”.