Superstrada Pedemontana Veneta: tra le accuse di “debito di 6,2 miliardi” di Europa Verde e la replica della Vicepresidente Elisa De Berti

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Zaia e De Berti alla presentazione della scontistica sulla SPV debiti
Il presidente della Regione Veneto Zaia e la vice presidente De Berti alla presentazione della scontistica sui pedaggi della SPV

La Superstrada Pedemontana Veneta (SPV) continua a essere al centro di accese polemiche politiche in Regione incentrate su presunti debiti.

A sollevare nuove critiche sono i consiglieri regionali di Europa Verde, Andrea Zanoni e Renzo Masolo, i quali denunciano un “clamoroso fallimento” della strategia degli sconti e prevedono un “buco nero” da 6,2 miliardi di euro.

A queste accuse ha replicato la Vicepresidente della Regione e assessore alle Infrastrutture, Elisa De Berti, che ha definito le affermazioni dei consiglieri “illazioni e dati errati”, invitando i cittadini a non farsi “ingannare da polemiche sterili”.

La critica di Europa Verde: “SPV un buco nero che lascerà 6,2 miliardi di debiti”

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I consiglieri regionali di Europa Verde Andrea Zanoni e Renzo Masolo

Secondo i consiglieri Andrea Zanoni e Renzo Masolo di Europa Verde, la strategia degli sconti sulla SPV, attuata con il 60% per i veicoli leggeri, si sarebbe rivelata un fallimento. Basandosi sui dati di aprile 2025, dopo un anno di funzionamento dell’infrastruttura e due mesi di scontistica, Zanoni afferma che “il buco di bilancio previsto per il 2025 si allarga da 51,8 a 64,4 milioni di euro, richiedendo una variazione di bilancio da 12,5 milioni“. Ha sarcasticamente paragonato gli sconti del Presidente Zaia ai “saldi di fine stagione”, promettendo miracoli ma vendendo “aria fritta”.

Zanoni ha illustrato i “numeri del fallimento”: l’operazione di scontistica per i veicoli leggeri di classe A, avviata il 10 marzo 2025 per massimo due percorsi giornalieri fino a 25 km, avrebbe prodotto risultati deludenti. L’incremento del traffico veicoli leggeri sarebbe stato solo dell’8,5%, quello complessivo dell’8,77%, con maggiori incassi di appena 700.000 euro (+6,33%). Per coprire il buco, secondo Europa Verde, sarebbero serviti almeno 4,3 milioni di euro in più al mese. Le proiezioni basate sui dati di aprile 2025 dipingerebbero uno scenario drammatico: un buco previsto a bilancio di 51,8 milioni che salirà a 64,4 milioni (+12,5 milioni) nel 2025, per poi arrivare a 71 milioni (+25,4 milioni) nel 2026 e 80,9 milioni (+40,6 milioni) nel 2027.

“Zaia ha trasformato la Pedemontana nel buco nero del Veneto: 6,2 miliardi in 39 anni che spariscono più velocemente della credibilità politica”, ha incalzato Zanoni, definendolo “un regalo avvelenato”. Calcolando una perdita media annua di 160 milioni di euro (con entrate da pedaggio di 11,6 milioni al mese e uscite per canoni di 300 milioni all’anno), la perdita complessiva nell’arco dei 39 anni di concessione genererebbe 6,2 miliardi di euro.

Il consigliere di Europa Verde ha poi sottolineato le conseguenze di questo “buco” sui servizi ai cittadini, citando l’ultimo bando biennale per la sicurezza stradale, dove, su 309 progetti presentati dai comuni, solo 79 sarebbero stati finanziati, lasciando “222 comuni senza fondi” e oltre 3,5 milioni di veneti senza piste ciclabili, rotonde e marciapiedi sicuri. Zanoni si è chiesto dove ricadranno i tagli per recuperare i 12,5 milioni mancanti. Dopo aver fallito nel tentativo di scaricare la SPV sullo Stato e con la scontistica, l’unica strada che resterebbe a Zaia sarebbe rinegoziare la convenzione del 7 marzo 2017 con la SIS, definita “capestro” per i vantaggi concessi al privato. Il consigliere ha anche ricordato che il Presidente non avrebbe ancora provveduto a farsi restituire i 20 milioni di euro di IVA indebitamente versati alla SIS e non avrebbe mai applicato le sanzioni di 25.000 euro al mese previste per i ritardi nella consegna dei lavori.

“Prima ha tentato di scaricare tutto sullo Stato, poi è ricorso agli sconti farlocchi. Ora che le scuse sono finite, Zaia dovrà affrontare la realtà: ha fatto il peggior affare della storia del Veneto”, ha aggiunto Zanoni, annunciando che Europa Verde continuerà il monitoraggio costante dei dati di traffico e pedaggi per garantire trasparenza. “La SPV”, ha precisato Masolo, “passerà alla storia anche per l’enorme consumo di suolo causato e per i livelli di emissione di CO2. Questo progetto segna il fallimento politico e gestionale di una Regione governata con estrema disinvoltura”. Zanoni ha concluso paragonando la situazione a quella di un amministratore delegato che, in qualsiasi azienda, avrebbe prodotto un disastro simile e sarebbe stato licenziato.

La replica della Vicepresidente De Berti: “Dati mistificati, nessun buco di bilancio”

Elisa De Berti

La Vicepresidente della Regione Veneto e assessore alle Infrastrutture, Elisa De Berti, ha prontamente replicato alle accuse dei consiglieri Zanoni e Masolo. “Si può raccontare la realtà mistificando i fatti ma i cittadini, dinnanzi a dati e cifre chiare, non possono essere ingannati”, ha affermato De Berti. Ha criticato il “disarmante pressappochismo” con cui i dati sarebbero stati enunciati, pur riconoscendo che alcuni sono “formalmente corretti”, ma rivestiti di un “significato opposto alla loro natura”.

La Vicepresidente ha ribadito che la Pedemontana “registra aumenti di traffico certificati, reali e costanti”. L’aumento di traffico registrato è “superiore all’8% da aprile 2025” e ha permesso “maggiori introiti per oltre il 6%”: cifre chiare che rispecchiano come la Pedemontana stia registrando un aumento importante del suo utilizzo, sia per i veicoli leggeri sia per il traffico pesante. De Berti ha sottolineato come la SPV “toglie più di 80 mila veicoli quotidianamente dal traffico dalle strade interne e alleggerisce le vicine arterie autostradali fin troppo congestionate, con ricadute anche su incidentalità e sicurezza. I cittadini lo sanno e la utilizzano sempre più, come gli imprenditori e il tessuto economico”. Ha definito le critiche dei consiglieri come “la politica meschina di chi agita spettri per ingannare i cittadini”.

Riguardo ai presunti “buchi” di bilancio e al debito di 6,2 miliardi, De Berti ha chiarito che “la SPV è stata realizzata in project financing. Non ci sono ‘buchi’ di bilancio regionali, non c’è debito lasciato ai cittadini. Chi parla di 6,2 miliardi a carico dei veneti, disinforma scientemente. Omette di dire che è vero che come Regione abbiamo uscite per 39 anni, ma anche che per altrettanti si incasseranno i pedaggi della SPV, con flussi in crescita. Chi scrive queste note non ha competenza amministrativa o è in mala fede”. Ha ribadito che “la Pedemontana è un asse strategico, un’opera che guarda al futuro, non al passato”.

Sulla questione dell’IVA e delle penali, la Vicepresidente ha spiegato che la questione dell’IVA è “oggetto di una istanza per il rimborso dell’importo di euro 20.147.000” e che “è attualmente pendente un contenzioso giudiziario tra la Regione Veneto e la società, quindi non vi è alcuna inerzia da parte dell’amministrazione regionale”. Per quanto riguarda le penali, ha precisato che “vengono applicate secondo la legge al termine delle opere. Il calcolo e l’applicazione degli importi relativi al ritardo dell’esecuzione dei lavori sarà determinato solo quando verrà emesso il certificato di ultimazione delle opere da parte del Direttore dei Lavori”. Ha aggiunto che, nonostante l’infrastruttura sia pienamente aperta al traffico, il Concessionario sta ancora ultimando alcune lavorazioni accessorie, e solo a fine lavori sarà possibile definire l’entità dei ritardi e provvedere alle conseguenti penali. Ha infine liquidato l’accusa di mancata applicazione delle penali come “errata, fuorviante ed imprecisa”.