
È stata lanciata ieri, giovedì 6 novembre 2025, da Il Gazzettino la notizia di un nuovo contenzioso tra il Consorzio Stabile SIS S.c.p.A. e la Regione Veneto in merito al “canone di disponibilità” della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV).
Il Consorzio Stabile SIS S.c.p.A. è la società consortile per azioni che gestisce tecnicamente e operativamente la Superstrada Pedemontana Veneta, un’infrastruttura strategica la cui realizzazione e gestione è stata affidata al concessionario privato.
Contestate quantificazione e composizione dell’organismo tecnico
Il Consorzio SIS contesta la quantificazione del canone stabilita dal Collegio consultivo tecnico, ma mette anche in discussione la composizione di quell’organismo in ragione di presunti conflitti di interesse.
Per chiarezza, il “canone di disponibilità” è il corrispettivo che l’ente pubblico (la Regione) paga al concessionario privato (SIS) per garantire che l’opera sia funzionante, accessibile e conforme agli standard previsti nel contratto, indipendentemente dai ricavi diretti generati dal traffico (come i pedaggi). Questo canone assicura il recupero dell’investimento del concessionario.
La controversia sulla Pedemontana Veneta: canone da 154 o 198 milioni?
Il cuore della controversia, che ha un valore giudiziario di 45 milioni di euro, riguarda il cronoprogramma dei pagamenti. In base al “Terzo atto convenzionale” del 2017, la Regione incassa i pedaggi e paga il costruttore con il canone di disponibilità, per un totale di oltre 12 miliardi di euro ripartiti su 39 annualità.
L’opera, però, ha subito ripetuti ritardi. La controversia è aperta sull’entità dei versamenti: il canone annuale deve partire dal 2024, come affermato dalla Regione, e quindi essere di 154 milioni di euro? Oppure deve partire dal 2020, anno di inaugurazione previsto, e quindi ammontare a 198 milioni di euro come sostenuto da SIS?
Per dirimere questa lite, le parti avevano deciso di percorrere la via dell’arbitrato, ma SIS afferma l’esistenza di un presunto conflitto di interessi tra i membri del Collegio consultivo tecnico.
La vicenda è ora passata al giudice civile, dopo che il TAR del Veneto ha dichiarato il difetto di giurisdizione in favore, appunto, del giudice civile per il contenzioso tra concessionario (SIS) e Regione Veneto.






































