PFAS, polemica a Costabissara: Follesa (Covepa) contesta la tesi sulla “degradazione naturale” dei PFBA, legati agli sversamenti della Pedemontana

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Galleria di Malo della Pedemontana

Massimo Follesa del Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa (Covepa) contesta le dichiarazioni scientifiche emerse durante l’incontro pubblico “Acqua e PFAS”, organizzato da Alleanza Verdi e Sinistra il 4 novembre 2025 presso la Sala delle Rose del Centro Elisa Conte di Costabissara.

Secondo quanto riferito da Follesa, il dottor Francesco Bertola, presidente di ISDE Vicenza, avrebbe sostenuto, all’inizio del suo intervento, che i PFBA (una tipologia di PFAS) deriverebbero dalla degradazione dei PFOA, proiettando una slide a supporto ma senza fornire spiegazioni sulle condizioni sperimentali o sulle fonti.

Massimo Maria Follesa è intervenuto con fermezza, contestando la posizione del dottor Bertola e sottolineando l’assenza di basi sperimentali solide a sostegno di tale tesi.

Secondo il racconto di Follesa, la tesi di una “degradazione naturale” dei PFAS appare incongruente con le evidenze scientifiche. I PFBA sono infatti caratterizzati da estrema stabilità e persistenza ambientale. Follesa ha rimarcato che “i processi di trasformazione dei PFBA non possono avvenire spontaneamente nelle matrici naturali (suolo o acqua), ma solo in presenza di specifiche condizioni chimico-fisiche industriali, completamente assenti nel contesto ambientale in esame”.

Il contesto, secondo Covepa, è particolarmente grave per il territorio vicentino. Le dichiarazioni di Bertola appaiono inopportune “visto che il contesto è quello degli inquinamenti diretti con i PFBA dal tunnel SPV a Malo e nel torrente Orolo”. La contaminazione dell’Orolo, infatti, risulterebbe correlata a sversamenti di acque di drenaggio provenienti dal tunnel Malo–Castelgomberto della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV). Tali sversamenti sono avvenuti in corrispondenza del sito di San Tomio di Malo.

A Costabissara, la questione è sentita in modo particolare: il pozzo dell’acquedotto comunale è stato dotato di filtri a carboni attivi da agosto 2025, in seguito alla compromissione del torrente Orolo. Ulteriori fonti, legate alla conferenza dei servizi regionale, riporterebbero “valori di PFBA pari a circa 500 ng per litro d’acqua“.

Secondo Covepa, il confronto pubblico è stato “duro e tutt’altro che aperto”, mettendo in luce l’inconsistenza di alcune tesi rispetto alla realtà del fenomeno di contaminazione nel territorio. Il Coordinamento ribadisce che “le problematiche legate ai PFBA non derivano da trasformazioni spontanee, bensì da sversamenti e dispersioni connesse a cantieri di opere pubbliche e ai processi industriali di smaltimento dei residui di lavorazione dei calcestruzzi, che la SPV ha aggravato”.

Covepa ribadisce che la tutela della salute pubblica richiede dati verificabili, chiarezza informativa e responsabilità istituzionale, evitando “interpretazioni arbitrarie o deduzioni non supportate e che risultano fuorvianti nel contesto specifico delle risultanze penali rispetto a chi ha inquinato il torrente Orolo e la falda che alimenta il pozzo di Costabissara”.

Prossimi appuntamenti: incontro su PFAS a Bassano del Grappa

Sui temi della contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nel Veneto, è in programma un appuntamento informativo a Bassano del Grappa per lunedì 17 novembre 2025, alle ore 20:30, presso la Sala Martinovich.

La serata, promossa da Greenpeace Italia e Rete Zero Pfas Veneto, si intitola “Veneto e Pfas: un problema diffuso. Riflessioni e aggiornamenti”. Saranno presenti professionisti ed esperti, tra cui il medico ISDE Vincenzo Cordiano, il responsabile Greenpeace Italia Alessandro Giannì, il giornalista d’inchiesta Marco Milioni e l’attivista Marzia Albiero di Rete Zero Pfas Veneto.

Gli interventi saranno dedicati all’impatto dei PFAS sulla salute, ai report di Greenpeace sulle acque minerali, alla contaminazione lungo la SPV e al tema PFAS e cibo.