PFAS, Cristina Guarda (Verdi-AVS): «Sentenza Miteni storica, ma Zaia è in ritardo di 12 anni. Servono risposte vere, non propaganda»

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Processo Pfas, la lettura della sentenza
Processo Pfas, la lettura della sentenza (foto di Martino Montagna per ViPiu.it)

 

«È paradossale leggere dichiarazioni entusiaste da parte di chi per anni ha minimizzato l’emergenza PFAS in Veneto». Così l’eurodeputata dei Verdi eletta con Alleanza Verdi e Sinistra, Cristina Guarda, commenta le reazioni istituzionali seguite alla storica sentenza del processo Miteni di Vicenza.

cristina guarda
Cristina Guarda

Guarda, originaria dell’area berica e da sempre in prima linea sul fronte ambientale, non usa giri di parole: «Altro che tempestività: la Regione ha collezionato ritardi, omissioni e silenzi assordanti. La Miteni inquinava e la Regione non si rendeva conto che non si trattava solo di inquinamento storico. E oggi, a dodici anni dallo scandalo, il sito non è ancora messo in sicurezza».

Un j’accuse duro, che trova sponda nella realtà dei fatti: «Siamo ancora in attesa dello studio epidemiologico promesso e mai realizzato – ufficialmente per mancanza di fondi – e delle misure di tutela per una filiera alimentare contaminata da anni. Le fonti idriche sostitutive, poi, sono drammaticamente in ritardo: cinque anni di slittamento rispetto alla tabella di marcia per fornire acqua priva di PFAS».

Per la parlamentare europea nata a Cologna Veneta, la sentenza della Corte d’Assise di Vicenza rappresenta comunque una pietra miliare: «È stato finalmente sancito un principio essenziale: chi inquina, paga. Ma chi governa non può continuare a raccontare una narrazione autoassolutoria, quando migliaia di cittadini e intere comunità chiedono da anni trasparenza, prevenzione e azioni concrete. E a queste richieste, finora, la Regione Veneto ha risposto con troppa lentezza e troppa propaganda».

Una bocciatura chiara per l’amministrazione regionale guidata da Luca Zaia, che in questi giorni ha commentato positivamente la sentenza senza, secondo i Verdi, fare autocritica sul mancato intervento tempestivo. Guarda conclude: «Il tempo delle parole è finito. Ora servono risposte vere, bonifiche rapide e soprattutto la verità sulle responsabilità istituzionali. Il diritto alla salute e all’ambiente sano non può essere più rimandato».