PFAS e Pedemontana, dodici indagati. Luisetto (PD) e Camani (PD) accusano la Regione: “l’inquinamento c’è, ma la Giunta è rimasta immobile”

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Chiara Luisetto e Vanessa Camani, ombre PFBA (PFAS) nelle gallerie SPV
Chiara Luisetto e Vanessa Camani, ombre PFBA (PFAS) nelle gallerie SPV

Dopo la notizia della conclusione delle indagini preliminari nei confronti di dodici persone per presunti reati di inquinamento ambientale da Pfas e omessa bonifica nell’ambito dei cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta, arrivano le prime reazioni politiche. Tra le più dure, quella della consigliera regionale Chiara Luisetto (Partito Democratico), che punta il dito contro la mancata azione della Regione Veneto di fronte a un quadro che definisce “ormai conclamato”.

“Apprendiamo dal comunicato del Comando dei Carabinieri di Vicenza – afferma Luisetto – che tra gli indagati figurano dirigenti, tecnici e responsabili del Consorzio SIS e della SPV S.p.A. accusati di aver impiegato additivi contenenti PFBA (famiglia Pfas) nelle gallerie di Malo e Sant’Urbano, provocando una contaminazione significativa delle acque superficiali e sotterranee. Accuse pesanti, sulle quali spetta alla magistratura fare piena chiarezza. Ma un dato è certo: l’inquinamento c’è, e la Regione è rimasta ferma”.

Luisetto richiama anche le risultanze del rapporto ISPRA di luglio e le analisi dell’ARPAV, che già segnalavano livelli anomali di sostanze perfluoroalchiliche:“Le conferme arrivano da tempo, ma le risposte non ci sono mai state. Chiedo ancora perché la Giunta non abbia dato seguito alle nostre richieste di mesi fa, né intensificato i controlli nei territori attraversati dalla Pedemontana. La Regione non ha agito per mettere in sicurezza acque e suolo, pur sapendo della contaminazione. Troppe volte abbiamo visto l’immobilismo produrre disastri: è successo con Miteni, e non possiamo permetterci di ripetere lo stesso errore”.

La consigliera conclude chiedendo che l’indagine giudiziaria non diventi l’unico strumento di accertamento: “Non serve attendere sentenze per capire che serve un piano di messa in sicurezza immediato. Tutelare l’ambiente e la salute dei veneti richiede azioni concrete, che finora non abbiamo visto”.

Sulla stessa linea ma con toni più istituzionali, anche la capogruppo del PD Vanessa Camani sottolinea la gravità del quadro:“Le gallerie della Pedemontana presentano criticità note da anni – dichiara –. Bene che la Procura intervenga, ma dov’è la politica? La Regione non ha imposto controlli adeguati né approfondito la caratterizzazione dei materiali di scavo. Ora servono investimenti immediati per la depurazione delle acque dai Pfas e la bonifica dei siti contaminati”.

Camani conclude con un monito: “Non possiamo tollerare che la reputazione dell’opera pubblica conti più della salute dei cittadini. Dopo il caso Miteni, il Veneto rischia di rivivere un nuovo disastro annunciato”.

Con le parole di Luisetto e Camani, il Partito Democratico rilancia dunque la richiesta di trasparenza, bonifiche immediate e responsabilità politica, mentre il fronte giudiziario si prepara a entrare nel vivo con il passaggio successivo delle indagini.