
C’è un rischio di contaminazione da Pfas anche per la falda acquifera che alimenta l’acquedotto di Padova? È quanto il Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa (CoVePA) chiede all’amministrazione comunale della Città del Santo di approfondire, attraverso una segnalazione ufficiale al Sindaco e agli assessori competenti a firma del vicepresidente e legale rappresentante Arch. Massimo Maria Follesa. Nel testo della segnalazione si richiama l’attenzione sui potenziali impatti della contaminazione da PFAS, in particolare PFBA, legati alla realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta e alla gestione delle terre e rocce da scavo. Il CoVePA riporta i dati riguardanti la dispersione dei materiali di scavo in oltre 29 siti, l’ampliamento dell’impianto ex Safond Martini (oggi Silva srl) nel Vicentino e le recenti varianti allo Studio di Impatto Ambientale: il tutto pone seri interrogativi sulla tutela delle falde idriche, in un territorio caratterizzato da una forte interconnessione degli acquiferi.
CoVePA evidenzia il rischio di interferenze sulle acque profonde, sulle risorgive e sul campo pozzi che alimenta anche l’acquedotto del Comune di Padova, con possibili conseguenze dirette sulla qualità dell’acqua potabile destinata ai cittadini. L’associazione richiama dunque la necessità di considerare i rischi derivanti dalla combinazione di PFBA e altri PFAS, dalla persistenza di tali sostanze nell’ambiente e dalla loro elevata mobilità, che potrebbe determinare effetti duraturi e difficilmente reversibili sulle risorse idriche strategiche.
Per questi motivi CoVePA invita il Comune di Padova a promuovere verifiche e approfondimenti presso ARPAV, Regione Veneto e gestori del servizio idrico; ad applicare il principio di precauzione a tutela della salute pubblica; a garantire un monitoraggio rafforzato e continuo delle acque potabili, con particolare attenzione ai PFAS a catena corta; ad assicurare una corretta informazione agli organi comunali e alla cittadinanza.
Nel caso in cui la Conferenza di Servizi autorizzasse il potenziamento dell’impianto Silva, CoVePA chiede infine al Comune di Padova di valutare ogni possibile azione legale, inclusa l’impugnazione del provvedimento in sede di giustizia amministrativa. «La tutela dell’acqua potabile e della salute collettiva – conclude Follesa – deve essere una priorità assoluta e richiede attenzione immediata e responsabilità istituzionale».







































