PFAS, Guarda (EV): “Dopo sei anni di battaglie, la Regione Veneto finanzia una campagna di prevenzione per donne e neonati”

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“Un passo avanti, lungamente atteso – dichiara la consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda – nella prevenzione alla contaminazione da PFAS. Avevo, infatti, proposto un emendamento al collegato della Legge di stabilità regionale 2024 per richiedere un progetto di prevenzione e informazione destinato alle donne in gravidanza e ai neonati, in merito ai rischi per la salute derivanti da contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche e per ridurre la loro esposizione ai PFAS.

Grazie al mio lavoro di mediazione e di sollecitazione, ormai lungo 6 anni, sono riuscita a fare abbracciare questo progetto anche alla maggioranza e alla Giunta regionale, che si impegneranno a finanziare il progetto con 40mila euro.

L’incidenza – spiega Guarda – di alcune patologie anche mortali come: preeclampsia, diabete gestazionale e rischi per lo sviluppo fetale, inclusi malformazioni cardiache e cerebrali, è in aumento nelle zone contaminate da PFAS, così come l’infertilità e gli aborti. Nonostante si registri una riduzione della presenza di sostanze perfluoroalchiliche nel sangue di molti soggetti sotto osservazione, il danno a carico degli organi interni non si riduce, comportando anche la probabilità di sviluppare un tumore”.

Ho chiesto e ottenuto l’adozione di un protocollo sperimentale per informare donne in età fertile, gestanti e genitori dell’esistenza di misure e controlli preventivi. Una campagna informativa e una strategia di protezione sono un primo passo per coinvolgere medici e cittadini delle aree coinvolte. La situazione richiede azioni urgenti, soprattutto alla luce della recente conferma del livello di cancerogenicità del PFOA, uno dei PFAS più rilevati nel sangue umano. I rischi sono particolarmente gravi per le donne in gravidanza e per i neonati, ma non solo.

Negli USA, ad esempio esiste un protocollo che sottopone i cittadini contaminati dai PFAS e i loro figli a dei controlli sanitari obbligatori. Il biomonitoraggio riguarda soprattutto le donne in gravidanza e i neonati, viene effettuato attraverso un controllo giornaliero della pressione arteriosa, lo screening per l’ipertensione e la preeclampsia, con ulteriori consulenze per l’allattamento”, conclude Cristina Guarda.