

Non si è fatta attendere la replica dell’eurodeputata di Verdi-AVS Cristina Guarda alle dichiarazioni della difesa del Consorzio SIS sulle contaminazioni da Pfas rilevate nei cantieri della Pedemontana Veneta, che secondo il Consorzio non dipenderebbero dai cantieri – dove non sarebbero mai state usate sostanze contenenti Pfas – ma gli inquinanti erano probabilmente già presenti sul terreno (ne abbiamo parlato qui). “Leggo con stupore – dice Guarda – che la difesa di SIS sostiene che i materiali utilizzati nei cantieri della Pedemontana Veneta non contenessero PFAS. Come mai allora la Regione, in seguito alle analisi di Arpav e dopo la mia interrogazione, ne chiese la sostituzione con un prodotto privo di perfluoroalchilici?”.
Non solo, incalza l’eurodeputata dei Verdi, secondo i dati ufficiali di ARPAV, trasmessi alla Regione Veneto già nel luglio 2021, il PFBA era stato rilevato negli scarichi del cantiere di Malo-Castelgomberto, con concentrazioni significative (17.700 ng/l). “È su quelle evidenze – ricorda – che presentai la mia interrogazione in Consiglio regional. Lo stesso concessionario dichiarava la presenza di PFBA a 263.000 ng/l nel prodotto ‘tal quale’. E infatti, la stessa Regione Veneto chiese di sostituire l’accelerante di presa Mapequick AF 1000 con un prodotto alternativo privo di PFAS e il concessionario comunicò di averlo sostituito con il MasterRoc SA 166”.
L’eurodeputata Guarda conclude: “Auspico che la magistratura faccia chiarezza al più presto, nell’interesse dei cittadini del Vicentino e del Veneto che già pagano il prezzo di nuove esposizioni in un territorio devastato dal disastro Miteni”.