
Il Veneto continua a fare i conti con una contaminazione da PFAS che, a oltre dieci anni dallo scoppio del caso Miteni, non solo non è stata risolta, ma si sta rivelando più vasta, profonda e complessa di quanto si potesse immaginare. I recenti aggiornamenti sulla Superstrada Pedemontana Veneta, le indagini ISPRA, i dati dei gestori idrici e le analisi dei comitati indicano una presenza ormai ubiquitaria degli “inquinanti eterni” nelle acque, nei suoli e in diversi comparti ambientali del territorio.
Per affrontare questo quadro, lunedì 17 novembre alle 20.30 nella Sala Martinovich di Bassano del Grappa si terrà l’incontro pubblico “Veneto e Pfas: un problema diffuso. Riflessioni e aggiornamenti”, promosso da Greenpeace Italia e Rete Zero Pfas Veneto in collaborazione con A.Ri.A. Bassanese, FIAB Bassano e Rete GAS Canova. Una serata pensata per informare e fare il punto sulle implicazioni sanitarie, idriche, ambientali e produttive della contaminazione in corso.
Interverranno figure che da anni seguono la vicenda: il medico ISDE Vincenzo Cordiano, tra i primi ad aver denunciato la pericolosità dei PFAS in Veneto; Alessandro Giannì, responsabile relazioni scientifiche di Greenpeace Italia; il giornalista d’inchiesta Marco Milioni, autore di numerosi reportage sull’inquinamento legato alla SPV; e Marzia Albiero, attivista della Rete GAS Vicentina e della Rete Zero PFAS Veneto.
L’incontro nasce in un momento di massima attenzione: pochi giorni fa, la Rete Zero PFAS Veneto ha diffuso un documento dettagliato rivolto a tutti i candidati alle elezioni regionali, chiedendo risposte concrete e urgenti su una contaminazione definita “tra le più gravi d’Europa”. Il comunicato, firmato da oltre venti associazioni e comitati impegnati sul tema, mette in evidenza un dato ormai accertato: l’inquinamento non riguarda più solo l’area Miteni, ma si estende alle zone limitrofe a discariche e inceneritori, ai cantieri della Pedemontana e alle aree agricole dove si utilizzano pesticidi contenenti PFAS.
Non a caso, nel documento si chiede ai candidati di assumere impegni chiari su bonifiche immediate, monitoraggi indipendenti, tutela delle acque potabili, revisione delle autorizzazioni ambientali e stop all’incenerimento dei fanghi contaminati. Un appello che nasce dall’esigenza, fortemente condivisa da chi vive nei territori più colpiti, di garantire trasparenza istituzionale, prevenzione sanitaria e una reale protezione delle future generazioni.
Durante la serata di Bassano saranno affrontati anche i temi più attuali dell’emergenza: le ultime scoperte scientifiche, le criticità dei sistemi idropotabili, la diffusione dei PFAS nei cibi, l’impatto dei lavori della SPV e le responsabilità politiche ancora irrisolte. Il contributo di Marco Milioni, autore di approfondimenti basati su atti ufficiali e report tecnici, offrirà un quadro aggiornato sulla presenza di PFAS nei drenaggi delle gallerie e nei terreni di deposito materiali, una questione che negli ultimi mesi ha riacceso l’attenzione dell’opinione pubblica.
La presenza di Cordiano permetterà invece di approfondire il tema sanitario: i PFAS sono sostanze bioaccumulabili, persistenti, spesso interferenti endocrini e – in alcuni casi – classificate come cancerogene o potenzialmente cancerogene. Intaccano l’acqua, il cibo, l’aria e, soprattutto, entrano in circolo nel sangue degli esseri viventi, con effetti crescenti nel tempo.
Greenpeace illustrerà inoltre gli esiti del proprio recente report sulle acque minerali, che ha evidenziato tracce di PFAS anche in prodotti commerciali. Un dato che rafforza l’idea di un inquinamento diffuso e non confinabile a una singola area.
Infine, la voce degli attivisti – rappresentata da Marzia Albiero – permetterà di portare l’attenzione su ciò che spesso resta fuori dai riflettori: le ripercussioni sulla filiera agricola, sul cibo, sulle famiglie e sulla fiducia nelle istituzioni.
La serata del 17 novembre si propone dunque come un momento di conoscenza ma anche di responsabilizzazione collettiva, in un Veneto che continua a convivere con un’eredità pesante e dove migliaia di cittadini chiedono che la questione PFAS diventi finalmente una priorità politica, sociale e ambientale.


































