Pfas, Movimento 5 Stelle: “ancora studi per capire cosa c’è sotto Miteni??

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Abbiamo appreso – affermano con una nota i parlamentari e i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle del Veneto – dal bollettino ufficiale regionale che la Regione del Veneto ha affidato a un esperto l’incarico per lo studio della falda sottostante la Miteni. Senza nulla togliere al professor Giuseppe Beretta, incaricato di compiere questa analisi, ci sembra assurdo che dopo tutto il tempo trascorso sulla vicenda dell’inquinamento da Pfas si parli ancora di uno studio di quanto è presente sotto lo stabilimento di Trissino e di realizzare un corretto modello geologico.

L’azienda dovrebbe averlo realizzato già molto tempo fa e, visto che i carotaggi a detta di Arpav sono già iniziati, si dovrebbe essere già a conoscenza della situazione delle falde sottostanti la Miteni. Ricordiamo a questo proposito gli studi affidati da Miteni alla Erm e lo studio condotto da Arpav tramite l’Ingegner Mazzola. Che la stessa Miteni non sia a conoscenza di come la falda defluisce sotto i suoi impianti è allucinante: come ha fatto a decidere in quale posizione installare i propri pozzi spia e i pozzi della barriera idraulica?

È poi corretto che altri 23 mila euro siano sborsati dalla Regione Veneto? Così facendo si garantisce all’azienda la possibilità di guadagnare tempo e, visto che la stessa ha richiesto il concordato preventivo in continuità aziendale, le cose si complicano sempre più continuando l’esborso di soldi pubblici per un danno causato da un soggetto privato.

Chiediamo con insistenza che Arpav proceda con un’indagine minuziosa dell’area della Miteni, e ove necessario, si intervenga con carotaggi anche sotto gli impianti in essere, senza dover temere l’altolà da parte dell’azienda. Solo così potremmo sapere cosa c’è veramente sotto gli stabilimenti di Trissino e potrà essere messa in atto una vera e propria procedura che garantisca la salute dei cittadini e dei lavoratori e la bonifica ambientale.

Inutile continuare con palliativi: se serve, va rimossa la sorgente dell’inquinamento, ovvero l’azienda che poggia su di un pastiglione contaminato.