PFAS nella prima falda a Vicenza: nuove conferme e altre ombre dai cantieri TAV. Colombara: “servono trasparenza e azioni immediate”

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Pochi giorni fa, come già documentato ieri su queste pagine (“PFAS nella prima falda a Vicenza: documento ufficiale datato 9 luglio rivela contaminazione, ma senza la necessaria evidenza pubblica“), su stimolo anche del consigliere regionale Renzo Masolo (AVS) avevamo portato all’attenzione dei cittadini un documento ufficiale protocollato sull’Albo pretorio del Comune di Vicenza datato 9 luglio (scarica il documento con tutti i dati e le tabelle da qui) che, seppure pubblicato come prevede la legge, meritava una molto maggiore evidenza pubblica. In esso si rivelava la presenza di PFAS nella prima falda cittadina, accertata durante i monitoraggi preliminari per il cantiere TAV TAC di IRICAV DUE.

Raffaele Colombara, consigliere comunale bicipark vicenza gps
Raffaele Colombara, consigliere comunale

Proprio oggi la vicenda si arricchisce di nuove conferme e di ulteriori preoccupazioni. Il consigliere comunale Raffaele Colombara (Gruppo “Per una Grande Vicenza”) ha depositato un’interrogazione (pubblicata integralmente in fondo*) che dettaglia i risultati delle analisi legate ai lavori per l’attraversamento AV e la riqualificazione della stazione ferroviaria: sei diversi composti PFAS, compresi PFOA e GenX, ribadisce Colombara, sono stati rilevati nella prima falda di Vicenza.

Un’ulteriore prova — se mai ce ne fosse ancora bisogno dopo la recente condanna Miteni — che la contaminazione è tutt’altro che un problema del passato. L’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE), scrive il consigliere, non si limita a segnalare i PFAS, avverte anche di rischi aggiuntivi: incremento stimato di PM10 (+10 µg/m³) senza alcun calcolo delle ancor più pericolose PM2.5; un consumo giornaliero di acqua potabile di 55.600 litri e di acqua industriale di oltre 30 mila litri in un’area già compromessa; ricadute sanitarie legate all’aumento delle temperature, dalle malattie cardiovascolari e respiratorie fino all’effetto delle ondate di calore.

Colombara chiede chiarezza e trasparenza: pubblicazione integrale dei dati, azioni immediate per il contenimento dell’inquinamento, coinvolgimento dell’Osservatorio Ambientale istituito nel 2024, monitoraggi più estesi e informazione sanitaria per i residenti. Non solo: alla luce della sentenza Miteni, ribadisce la necessità di una legge che fissi a zero il limite per tutti i PFAS.

Vicenza si trova così davanti a una doppia urgenza: affrontare una contaminazione confermata e gestire un cantiere che rischia di peggiorare la situazione ambientale e sanitaria. E, ancora una volta, la domanda resta la stessa: perché dati di questa portata non vengono messi subito e chiaramente davanti agli occhi di tutti i cittadini?


*

NUOVE EVIDENZE DI INQUINAMENTO DA PFAS NELLA PRIMA FALDA DI VICENZA IN AREA STAZIONE FERROVIARIA, IMPATTI AMBIENTALI DEL CANTIERE TAV E STATO DELLE AZIONI COMUNALI

Dopo la recente condanna Miteni per la grave contaminazione da PFAS, nuove analisi legate ai cantieri TAV a Vicenza confermano la presenza di sei composti PFAS nella prima falda cittadina, con ulteriori rischi per aria e acqua segnalati dai Medici per l’Ambiente.

Richiamando:

  • la domanda di attualità già presentata nello scorso mese di gennaio in merito alla contaminazione da PFAS a Vicenza;
  • la mozione approvata alla fine dello scorso mandato amministrativo, che prevedeva azioni concrete di monitoraggio, prevenzione e trasparenza sulla qualità delle acque;
  • l’esito del processo conclusosi presso il Tribunale di Vicenza con condanne per gravi reati ambientali legati alla contaminazione da PFAS causata dalla società Miteni, che ha confermato la gravità del danno ambientale e sanitario subito dai territori coinvolti;

preso atto che:

  • Secondo quanto riportato dalla stampa in questi giorni, nell’ambito delle indagini preliminari ai lavori per l’attraversamento AV di Vicenza e alla trasformazione della stazione ferroviaria, il monitoraggio della falda superficiale ha rilevato un ampio spettro di agenti inquinanti, tra cui sei diversi composti PFAS, inclusi PFOA e GenX;
  • Tali dati confermano la presenza di contaminazione da PFAS anche nella prima falda della città, circostanza da tempo sospettata, ma ora provata;
  • La Conferenza dei Servizi ha disposto che l’acqua prelevata nei cantieri sia trattata con impianti specifici prima della reimmissione, con investimenti dichiarati da IricavDue pari a 1,5 milioni di euro per ciascun impianto, anche per ridurre i livelli di PFAS;
  • La gestione della vicenda è stata definita “verticistica” dalla stampa, senza un adeguato coinvolgimento dell’Assessorato all’Ambiente e senza un’informazione chiara alla cittadinanza;

considerato che:

  • È stato istituito, nel giugno 2024, l’Osservatorio Ambientale per monitorare e affrontare l’inquinamento da PFAS e supportare l’amministrazione nelle scelte ambientali;
  • L’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE) ha recentemente evidenziato ulteriori gravi criticità legate ai cantieri TAV:
    • L’aumento della concentrazione di polveri sottili (PM10 stimato +10 µg/m³ rispetto alla media giornaliera attuale) e l’assenza di stime sulle PM2.5, particolarmente pericolose per la salute poiché in grado di penetrare nel flusso sanguigno;
    • L’aumento delle temperature e le ricadute sanitarie collegate (mortalità per ondate di calore, malattie cardiovascolari e respiratorie, diffusione di virus);
    • L’utilizzo stimato di 55.600 litri di acqua potabile al giorno e 30.100 litri di acqua non potabile per usi industriali, senza chiarezza su fonti di approvvigionamento e scarichi, con parte del cantiere insistente su aree con acqua contaminata da PFAS;
  • La trasparenza sui dati e la tempestività delle azioni sono elementi essenziali per la tutela della salute pubblica;

Tutto ciò premesso, si

INTERROGA

l’Assessore all’Ambiente per sapere:

  1. Se sia stato informato in via ufficiale di questi risultati e se tali dati, sia sulle concentrazioni di PFAS sia sugli altri inquinanti rilevati nella falda in area stazione, siano stati pubblicati integralmente sull’albo pretorio o resi disponibili ai cittadini;
  2. Quali siano le concentrazioni esatte rilevate per i diversi PFAS e per gli altri inquinanti chimici presenti nella prima falda della città, e se vi siano dati anche per altre aree urbane;
  3. Quali azioni intenda mettere in campo l’amministrazione, anche in coordinamento con ARPAV, Viacqua, Provincia e IricavDue, per affrontare questa nuova evidenza di contaminazione;
  4. Quale attività abbia svolto finora l’Osservatorio Ambientale e se sia stato coinvolto in questa vicenda;
  5. Se, alla luce dei dati e delle preoccupazioni espresse da ISDE, l’amministrazione intenda richiedere un monitoraggio completo anche delle PM2.5 e degli impatti cumulativi sulla salute derivanti da inquinamento dell’aria, dell’acqua e da aumento delle temperature;
  6. Quali misure intenda adottare per garantire il controllo delle fonti e la sicurezza dello smaltimento delle acque di cantiere, considerando la presenza accertata di PFAS;
  7. Se siano previste azioni straordinarie di informazione e prevenzione sanitaria per i cittadini residenti nelle aree limitrofe ai cantieri;
  8. Se, anche alla luce delle condanne inflitte nel processo Miteni, l’amministrazione intenda attivarsi con ogni mezzo politico e legale per garantire la tutela della salute pubblica e dell’ambiente, ribadendo con forza la necessità — come da sempre ci battiamo — che venga fissato per legge il limite zero per tutti i PFAS.

Raffaele Colombara

Consigliere comunale

Gruppo Per una Grande Vicenza

Consiglio comunale di Vicenza