Pfas nella prima falda, sindaco Possamai rassicura i vicentini: “Nessun rischio per acqua potabile”. Ma domande non erano solo queste

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pfas nell'acqua di Vicenza, amministrazione rassicura
Zaramella, Possamai e Baldinato rassicurano i vicentini: nessuna contaminazione Pfas nell'acqua potabile

Ci sono i Pfas nell’acqua vicentina? Sì, ma non in quella che beviamo, cosa che nessuno aveva finora dichiarato come rischio immediato o a breve mentre i dubbi sono sul futuro e sulle conseguenze dei lavori del cantiere in stazione e degli altri cantieri che opereranno nella presenza accertata di inquinamento delle prime falde dovendo seguire le prescrizioni definite ma rivedibili, si presuppone, in termini ancora più restrittivi come qui riportato: “Pfas e Tav Tac Vicenza, prescrizioni e restrizioni Conferenza dei servizi per acque trattate da cantieri Iricav Due: attesi chiarimenti pubblici“.

E sono ancora, secondo noi, ampiamente insufficienti questi chiarimenti di (vicina) prospettiva (ci risulta che a partire dal 3 dicembre 2025 le soglie di contaminazione accidentale consentite per sostanze come PFOS e PFOA saranno ulteriormente abbassate, riducendo di fatto i margini operativi per chi le utilizza pur se utilizzando “sistemi di filtraggio e depurazione a carboni attivi da ben (solo?, ndr) un milione e mezzo di euro…”) nella nota di Possamai e del suo entourage, che proponiamo, ovviamente, di seguito e che verificheremo con più attenzione con tecnici competenti, tanto più perché tranquillizza su fatti non esposti come rischi in atto e arriva comunque tardi non avendo il sindaco comunicato subito ai cittadini i dati da tempo in suo possesso, questa un’altra accusa di, ad esempio, Colombara, Fratelli d’italia e Rifondazione Comunista.

Il direttore


Dalla nota del sindaco sui Pfas nell’acqua vicentina (Qui il comunicato ufficiale dei Comune di Vicenza)

Dopo la notizia sulla presenza di Pfas nelle acque della prima falda a Vicenza – diffusa da Vipiu.it e poi ripresa e commentata da più parti – sulla vicenda è finalmente intervenuta anche l’amministrazione comunale cittadina, soprattutto per rassicurare i cittadini: i campioni risultati contaminati dai pfas sono stati prelevati dalla falda situata a circa 10-15 metri di profondità, che non viene utilizzata come acqua potabile. La rete idrica cittadina, infatti, si collega a pozzi che pescano a circa 120 metri di profondità, gestiti da Viacqua, e in nessun modo interessati dall’inquinamento da Pfas rilevato nella falda superficiale.

Il sindaco Giacomo Possamai ha precisato che la contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche desta preoccupazione, ma da oltre un anno è attivato un Osservatorio con esperti medici, scientifici e legali, per monitorare la situazione. «I dati rilevati nella zona della Stazione – ha aggiunto Possamai – non rappresentano purtroppo una novità: la presenza di Pfas all’interno dell’ambito cittadino è nota dal 2014, quando si arrivò addirittura a chiudere alcuni pozzi. Ma, nel caso della falda superficiale, non ha alcun impatto sull’acqua potabile. Inoltre, grazie alle prescrizioni date al cantiere Tav, l’acqua prelevata sarà filtrata e migliorata prima di essere scaricata in fognatura»

L’assessore all’Ambiente Sara Baldinato ha evidenziato che le autorità competenti hanno escluso, almeno allo stato attuale, qualsiasi rischio di contaminazione delle falde profonde destinate all’uso potabile. Le analisi effettuate fino a marzo 2025, concentrate sull’area del cantiere, hanno confermato l’assenza di pozzi di approvvigionamento per l’acquedotto. Inoltre, Viacqua ha imposto standard di sicurezza più restrittivi rispetto alla legge, chiedendo una riduzione del 50% delle sostanze inquinanti nelle acque scaricate in fognatura. Per garantire ciò, il consorzio Iricav, incaricato della realizzazione del Tav, ha installato due potenti sistemi di filtraggio a carboni attivi, che depurano l’acqua prelevata dalla falda superficiale prima del suo reimmissione nel sistema fognario e successivo trattamento.

Il presidente del Consiglio comunale con delega al benessere e alla salute, Massimiliano Zaramella, ha concluso affermando che “l’acqua dell’acquedotto è sottoposta a controlli molto più rigorosi di molte acque in bottiglia” e, se dovesse scegliere, “berrei senz’altro quella del rubinetto”. L’amministrazione ha confermato la massima attenzione sulla problematica del Pfas, che interessa anche altre zone del territorio provinciale, in particolare nelle aree storicamente inquinate a ovest della città e nelle nuove zone di indagine a nord. Il sindaco Possamai ha sottolineato l’importanza di vigilare attentamente, poiché il rischio che l’inquinamento possa arrivare anche in città rimane, e le autorità competenti continuano a monitorare costantemente la situazione, mantenendo rapporti costanti con gli enti preposti.