Pfas, Possamai: la Regione sostenga i Comuni nella tutela della salute

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Pfas, Possamai si appella alla Regione
Pfas, Possamai si appella alla Regione

Al convegno promosso da Diocesi e Comune, il sindaco chiede supporto regionale sul tema Pfas. Zaramella annuncia: «Vicenza nel 2026 nella Rete internazionale delle città della salute».

Il tema dei Pfas torna al centro del dibattito pubblico e Vicenza rilancia l’appello alla Regione. Lo ha fatto il sindaco Giacomo Possamai aprendo il convegno “Vicenza e inquinamento: prendiamoci cura della nostra città”, organizzato da Diocesi e Comune con il sostegno degli Ordini dei Medici, dei Farmacisti e dei Veterinari.

Accanto al vescovo Giuliano Brugnotto e alla segretaria dell’Ordine dei Medici Eleonora Benetti, Possamai ha ricordato la gravità del contesto: «La Pianura Padana è tra le aree più inquinate d’Europa. Per questo ci siamo dotati della delega a Salute e Benessere, affidata al consigliere Zaramella, e dell’Osservatorio ambientale permanente. Ma da soli non basta: la Regione non può lasciare che i sindaci affrontino da soli il tema dell’acqua contaminata. Servono strumenti e supporto».

Il convegno ha offerto alla cittadinanza l’occasione di ascoltare esperti su Pfas, micropolveri e impatti sulla salute umana e animale, ribadendo l’urgenza di dati, controlli e strategie coordinate.

Massimiliano Zaramella, presidente del Consiglio comunale, medico ospedaliero e delegato alla salute, ha moderato l’incontro e annunciato una novità importante: «Nel 2026 Vicenza entrerà nella Rete internazionale delle città della salute, patrocinata dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Significa orientare tutte le politiche comunali verso il benessere fisico, psichico e ambientale dei cittadini».

Sulla stessa linea l’intervento del vescovo di Vicenza, che ha sottolineato il valore del contributo scientifico: «Non è un accessorio tecnico, ma la base per scelte responsabili. Senza ricerca e confronto, ogni dibattito rischia di diventare ideologico. La comunità deve gratitudine a chi mette competenza al servizio del bene comune».

L’appello finale del convegno è chiaro: la salute ambientale non può essere gestita da amministrazioni isolate. Serve una governance condivisa, e il Veneto non può sottrarsi a una responsabilità che riguarda l’intera popolazione.