Pfas Veneto, dalla Regione 23,5 Mln per falde idriche contaminate in provincia di Vicenza, Verona e Padova

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monitoraggio pfas area rossa Sorveglianza Veneto

Per superare le criticità nelle falde idriche contaminate da sostanze Pfas in provincia di Vicenza, Verona e Padova, la Giunta della Regione Veneto ha stanziato 23,5 milioni di euro. La delibera, adottata su proposta dell’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin, definisce il disciplinare per l’erogazione delle somme ai soggetti attuatori di interventi volti al superamento della situazione di criticità. 

Gli interventi riguardano le condotte Brendola – Vicenza Ovest e Vicenza Ovest – Vicenza Est, seguite come soggetto attuatore da un altro braccio operativo della Regione, “Veneto Acque”: nel primo caso saranno aggiunte opere complementari per 2,5 milioni di euro su un importo di 18 milioni di euro, nel secondo per 7,5 milioni di euro su un importo di 23 milioni di euro. 

A cura di “Acquevenete” saranno invece eseguite opere complementari sull’impianto di sollevamento “booster” lungo l’adduttrice tra i serbatoi di Taggì e Solana e sul tratto di potenziamento a Monselice, tra il nodo di via Pascoli e l’attraversamento della linea ferroviaria (1,1 milioni di euro), sulla condotta di adduzione a Casale di Scodosia con nuovo serbatoio di Montagnana (2.1 milioni di euro) e per l’adeguamento dei pozzi della Val Liona in località Vigazzola (550mila euro).

 “Viacqua” seguirà gli impianti di filtrazione delle sorgenti Borga e Sella (1,1 milioni di euro) e la riqualificazione della rete di adduzione di Recoaro Terme (4,3 di euro). 

Acque Veronesi si occuperà del potenziamento della centrale idrica di Verona Est e della realizzazione di un nuovo serbatoio di compenso (5,5 milioni di euro).

“Quella dei Pfas è una tematica che, primi in Italia, fin dal 2013 abbiamo seguito con attenzione come Regione Veneto – afferma l’assessore Bottacin -.  a prima denuncia partì allora proprio dalla Regione, tramite il nostro braccio operativo costituito da Arpav. Subito dopo abbiamo imposto il filtraggio dell’acqua potabile. Successivamente abbiamo messo in campo molteplici ulteriori azioni per dare soluzione al problema, talune anche davvero coraggiose come l’aver fissato dei limiti sui Pfas, competenza, come ci è stato contestato, prettamente statale”.